domenica 28 dicembre 2008

Sensazioni e cause oggetive



INTEGRAZIONE ENERGETICA
La Newsletter gratuita di Andrea Parimbelli per ”integrare tutte le nostre parti ” - n. 33 -
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Carissima/o,
questa newsletter non era in previsione, pensavo di mandarla in vacanza fin dopo l’Epifania, ma visto che mi sono arrivate due obiezioni alla mail precedente, colgo l’occasione di rispondere, oltre che a farti i miei migliori Auguri di Buon Anno 2009.

La prima obiezione è: “hai parlato dei pensieri e non più delle sensazioni”.
Ahi, ahi, ahi Andrea; a volte sei un po’ distratto! ! ! Ebbene si, lo ammetto, mi sono perso nella spiegazione della dinamica dei pensieri in relazione alle emozioni e mi sono dimenticato di proseguire il discorso sulle sensazioni.
Ok, lo faccio ora.

Le sensazioni sono il linguaggio del nostro corpo: esso comunica con noi in questo modo, facendoci “sentire” in un certo modo in un dato momento ed in una certa situazione. Il linguaggio sensitivo del nostro corpo è forse l’area meno esplorata di tutto il nostro essere, insieme alla conoscenza del cervello (chissà mai che un giorno si scopra che questi due aspetti siano intimamente collegati tra di loro!). Per altro, mentre le emozioni hanno dei nomi specifici, le sensazioni sono rimaste nel vago anche nel nostro linguaggio parlato, per cui a volte ci sentiamo in un certo modo ma non sappiamo descrivere come.

Dato che non ci sono particolari studi in merito, ti posso citare solo la mia esperienza trentennale di pratiche fisiche psicosomatiche. Il nostro corpo produce sensazioni in continuazione, ma forse noi non siamo così avvezzi ad ascoltarle e soprattutto a riconoscerle. Molto spesso poi, le sensazioni fanno scattare subito i pensieri e le emozioni, generando un groviglio a volte inestricabile.

Facciamo un esempio. Se una persona mi accarezza sulla pancia, che sensazione fisica provo? E’ difficile descriverla; non esistono termini nel linguaggio che definiscano quella sensazione. Di solito si riesce a dire: è bello, è piacevole oppure è brutto, è sgradevole; niente di più.
Ora, il fatto che qualcuno mi accarezzi la pancia, quasi sempre fa intervenire la nostra mente, la quale interpreta quel fatto in un suo modo soggettivo. Se fosse mia moglie che mi accarezza, la mia mente forse dirà: ah, che bello, mia moglie mi vuole bene, mi ama. Se fosse un amico a fare la stessa cosa, forse la mia mente direbbe: che stronzo, mi controlla quanto grasso ho accumulato ultimamente :-))

La sensazione fisica è la stessa e le interpretazioni diverse. Per altro, in questo secondo caso è possibile che io registri quei pensieri in un modo tale che la prossima volta che succederà, il mio pensiero farà scattare una reazione negativa su quell’evento. Quindi il mio pensiero, la mia mente è in grado di modificare anche la reazione alle sensazioni e la prossima volta avrò una sensazione negativa quando mi viene accarezzata la pancia da un amico :-))

Il fatto in sé è neutro-positivo; se noi potessimo esentarci da qualsiasi tipo di visione, interpretazione o di esperienza precedente, il sentire delle carezze sulla pancia ci farebbe sentire piacevolmente bene. L’interpretazione, attivando i propri filtri mentali, può modificare o addirittura capovolgere la situazione.

Nel lavoro di Integrazione Energetica, molte volte mi è capitato di rilevare dei riscontri negativi su sensazioni che di per se erano positive, e ciò dava il via ad una catena di pensieri/emozioni… indovina un po’ come? Ovviamente negativi e distruttivi. Poi con la tecnica, tutto veniva ribilanciato e disinnescato.


Il secondo chiarimento che mi è stato richiesto è il seguente: “Se io sono triste perché mio marito mi picchia, sono di fronte ad una causa oggettiva, vero?”
Le cause oggettive sono più rare di quanto si pensi e di fronte ad una causa oggettiva siamo certi che la causa è esterna anche se possiamo fare le opportune suddivisioni.

Il fatto che mio marito mi picchia (spero che sia solo un esempio e la lettrice non abbia di questi problemi!!) è il vero fatto oggettivo. Il mio essere triste è una reazione soggettiva (anche se comprensibile). Di fronte a questo fatto, potrei “reagire” in mille modi diversi: con rabbia, con rassegnazione, con paura, con violenza ecc. ecc. Il fatto che io reagisca con tristezza è soggettivo e può avere uno specifico significato per me. Inoltre, questo tipo di reazione emotiva andrà sicuramente ad influenzare le decisioni che prenderò (ammesso che ne prenda) per risolvere od uscire da questa situazione.

Lavorando su un fatto come questo con le tecniche dell’Integrazione Energetica, si vanno a riequilibrare tutti gli aspetti della situazione e la persona poi sarà più libera e maggiormente in grado di fare le opportune scelte per uscire da quella situazione.

Un abbraccio

Andrea

aparim10@yahoo.it



***** Ti auguro un meraviglioso Nuovo Anno 2 0 0 9 *****
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martedì 23 dicembre 2008

Auguri............................


Ti auguro uno splendido Natale ed un Nuovo Anno
di tanta Felicità. Auguri - Andrea

La Natura delle Emozioni



INTEGRAZIONE ENERGETICA
La Newsletter gratuita di Andrea Parimbelli per ”fare pace con le proprie emozioni ”
- n. 32 -
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Carissima/o,
riprendo ancora una volta l’argomento “emozioni”; lo ritengo troppo importante e realmente è davvero importante nelle nostre vite, in quanto le emozioni sono sempre presenti.

Giorni fa leggevo un articolo sulle nuove tendenze delle Neuroscienze e mi ha colpito una frase in cui si diceva apertamente che gli studiosi ed il mondo medico considera le emozioni non razionalizzabili, cioè incomprensibili nella loro genesi o a cui non è possibile dare una spiegazione razionale.

Io non ho ancora avuto modo di confrontarmi con altri studiosi, ma nella mia esperienza di Integrazione Energetica posso dire che le emozioni sono spiegabilissime (se lo vogliamo fare, anche se nell’Integrazione Energetica non è per niente necessario).

Innanzitutto possiamo dire che le emozioni sono generate da due aspetti diversi: i pensieri e le sensazioni. A volte concorrono tutti e due gli aspetti insieme. Nel caso dei pensieri, possiamo dire che le emozioni non sono altro che la sintesi di una catena a volte lunghissima di pensieri, dei quali vediamo solo l’inizio e la fine; l’inizio è rappresentato dalla causa scatenante, la fine è rappresentata dall’emozione stessa, che non è altro che il risultato della causa scatenante. Non conosciamo più o abbiamo dimenticato la parte intermedia, cioè quei passi necessari a portarci dalla causa all’effetto. Dimenticando i processi intermedi, automaticamente la causa produce l’effetto, senza che noi si possa intervenire per modificare la situazione.

Facciamo un esempio, per essere più chiari. Vedo un ragno. Questo piccolo essere, qualche milione di volte più piccolo di noi, a qualcuno produce una paura terribile o addirittura il panico. E’ giustificabile? No, ovviamente; il nostro potere è talmente grande che un esserino così piccolo può essere annientato in meno di un secondo.

Ma qual è la possibile catena di pensieri che porta a quell’emozione? Facciamo un possibile esempio. So che i ragni pizzicano, mordono. Mi ricordo mia cugina che ha avuto un braccio gonfio per 15 giorni, ha avuto molto dolore e piangeva. Io non voglio essere morso. Non voglio stare male. Voglio scappare il più lontano possibile dal quell’essere spregevole. Ecc. ecc………

Il nostro cervello, che tende a sintetizzare per operare più velocemente, memorizza che i ragni sono pericolosi e che reagendo con la paura ci metterà in salvo da possibili pericoli. Quindi… un ragno = paura, panico. E non importa se ci sono dei ragni che non mordono: una volta innescato il processo, per effetto della generalizzazione, avremo paura dei ragni e di tutto ciò che gli assomiglia.

In altri termini, possiamo dire che le emozioni sono una sorta di neuroassociazioni, una formazione o struttura di pensieri (e neuroni) di cui le emozioni sono una sintesi bio-psicologica.

Nell’Integrazione Energetica, attraverso lo stimolo dei punti energetici od altro, non abbiamo bisogno di ricostruire ed elaborare a ritroso tutti i tipi di pensieri che hanno dato origine a quell’emozione (anche se molto spesso emergono da soli, durante il trattamento), ma semplicemente viene scollegata la loro relazione e quindi disinnescata la reazione o emozione.

Ecco perché l’Integrazione Energetica è un metodo rapido anche in presenza di reazioni o strutture molto complesse; non c’è bisogno di fare indagini o analisi. Basta lavorare direttamente sui dati di fatto (ragno=paura). In seguito si lavora su tutto ciò che emerge durante il trattamento, ma solo se è di importanza tale da aver bisogno di ristrutturazione per la risoluzione del problema.

Attraverso l’Integrazione Energetica, le emozioni non sono dei processi incontrollabili e per i quali non è possibile operare un cambiamento; sono gestibilissime, forse mai così gestibili come ora e possiamo ristrutturare tutte quelle che ci disturbano, anche se spesso riteniamo che la causa delle nostre emozioni negative siano imputabili agli altri e non alle nostre neuroassociazioni.
Direi che il vero deterrente nel voler riconoscere ed aver voglia di ristrutturare le nostre emozioni negative è proprio il fatto che siamo fermamente convinti che la colpa/causa di esse è da imputare ai comportamenti degli altri e non ai processi che abbiamo prodotto all’interno di noi stessi.

Per bypassare questo impedimento, è sufficiente anche solo aver voglia di stare meglio e produrre cambiamenti positivi che ci conducano ad una miglior qualità della nostra vita.

Un abbraccio

Andrea

aparim10@yahoo.it

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*****Storie vere

In questa sezione racconterò ad ogni newsletter un caso realmente
accadutomi, che si è risolto totalmente con l'impiego dell'Integrazione Energetica.
Ecco la storia di questo numero:

Dora mi contatta dopo aver letto alcune delle mie newsletters mandategli da un’amica. E’ una signora sulla quarantina di aspetto gradevole e mi chiede aiuto in quanto da qualche anno a questa parte è sempre molto stanca, fa fatica a fare le scale e a fare qualsiasi piccolo sforzo, ha frequenti palpitazioni cardiache.

Mi dice che ha fatto un po’ tutti gli esami clinici, dai quali non è emerso un granché. Ha provato anche a prendere per diverso tempo degli integratori erboristici per aumentare l’energia, che gli hanno dato un momentaneo sollievo, ma come riduce le quantità o smette di prenderli ricade nel tipo di sintomi di cui si parlava prima.

Dora si sente un po’ esasperata dalla situazione e ritiene che alla sua età non è ancora tempo per sentirsi così giù. Dal colloquio emerse che un anno prima gli era capitata anche un’emorragia intestinale, non grave ma con un po’ di perdite di sangue rilevabili nelle escrezioni. A me, tutti questi sintomi facevano pensare ad una forma anemica e lei mi confermò che in alcuni esami precedenti, i relativi valori erano sul limite inferiore della tollerabilità ma non ancora nella zona di allarme, motivo per cui il medico non aveva ritenuto opportuno dare farmaci idonei ma solo consigli sull’alimentazione.

Procedetti con le mie tecniche per esplorare le situazioni che tenevano in piedi questo stato di cose. Iniziai ad applicare le procedure dell’Integrazione Energetica e nei colloqui tra una pratica e l’altra, emerse che Dora procedeva nella vita con grande sforzo in tutto ciò che faceva, che si trattasse di lavoro, famiglia o quant’altro.

Mi chiedevo e gli chiesi quale potesse essere il motivo di tutto ciò, e lei mi rispose che era normale così, quasi come se gli stessi chiedendo una cosa stranissima. Facendo domande e parlando, scoprii che lei si sentiva di affrontare le situazioni in solitudine, senza mai chiedere aiuto a nessun’altro e per contro mi diceva di sentire un certo senso di abbandono.

Una sensazione di scoraggiamento, associata anche ad una strisciante poca voglia di vivere, emerse evidente quando Dora mi disse/chiese: “Se tutto nella mia vita è così difficile e pesante, tanto varrebbe farla finita, non credi?” Le risposi che quello era il solo modo che lei aveva imparato per affrontare le situazioni della vita.

Sembrò rincuorata da quella mia risposta ed allora continuai a farle un po’ di Integrazione Energetica per sciogliere questi modelli di vita. Fu ad un certo punto che molti ricordi affiorarono alla sua mente e Dora si ricordò che da bambina veniva spesso lasciata in casa da sola, quando i genitori andavano al lavoro,
e gli venivano dati dei compiti da svolgere in casa che doveva fare alla perfezione, pena il ricevere molte sgridate o sculacciate o castighi.

Il suo modello di vita era diventato: “devo fare tutto, bene e da sola se no mi fanno del male e non ho più l’amore dei genitori”. Questo schema era diventato il filo conduttore di tutta la sua vita, che lei applicava inconsciamente ad ogni evento o situazione personale.

Procedendo con l’Integrazione Energetica, cominciò ad emergere un senso di leggerezza che sconfinava in un senso di piacere del tutto insolito per lei. Perfino il respiro diventò più profondo e piacevole, al punto in cui neppure lei si capacitava del perché respirasse così profondamente e piacevolmente.

Liberata da questi pesanti fardelli, Dora iniziò a vivere in un modo diverso e soprattutto permeato da una nuova libertà: quella di decidere di volta in volta ciò che voleva o non voleva fare od essere, ciò che le piaceva o non le piaceva. Ciò ebbe un effetto positivo in tutti gli ambiti della sua vita.





***** Ti auguro di perseverare nel tuo miglioramento personale *****

venerdì 14 novembre 2008

Come funziona l'Integrazione Energetica



INTEGRAZIONE ENERGETICA
La Newsletter gratuita di Andrea Parimbelli per ”produrre i propri migliori cambiamenti ” - n. 31 -
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Carissima/o,
qualche giorno fa parlando con una persona è uscito un argomento che può interessare un po’ tutti. Mi è stato chiesto come funziona l’Integrazione Energetica, cioè cosa succede quando vengono utilizzate le varie tecniche di cui è composta l’Integrazione Energetica.

Come ormai sai, l’Integrazione Energetica è un insieme di tecniche che vengono scelte in modo appropriato per produrre più rapidamente ed efficacemente i cambiamenti o i risultati auspicati dalla persona. Questi poi, sono di due tipi diversi: 1) lasciare, abbandonare, liberarsi da un qualcosa di indesiderato (sintomo, disturbo, comportamento compulsivo, emozione negativa, ecc.);
2) andare verso un obiettivo desiderato (prendere nuove decisioni, affrontare un esame, una prova, una relazione, trovare un lavoro, una casa ecc.)

Ma cosa succede durante i trattamenti di Integrazione Energetica che accomuna tutti questi aspetti? Per poter dare una risposta a questa domanda, dobbiamo parlare delle neuroassociazioni o condizionamenti. Si deve al fisiologo russo Pavlov, la scoperta di questi processi neurologici che associano un evento ad un altro. Che cosa significa? Egli li scoprì studiando gli animali: se ogni volta che veniva portato del cibo ad un cane veniva suonata una campanella, questo memorizzava l’evento e successivamente bastava suonare la campanella per produrre nel cane un’abbondante salivazione e l’agitazione tipica di quando l’animale è in presenza del cibo.

Pavlov verificò che le stesse reazioni si verificano anche negli esseri umani. Durante il corso della nostra vita, avvengono continuamente dei processi simili dentro di noi, ed avvengono in due modi diversi. Come nei cani di Pavlov, quando una situazione si verifica continuamente, il nostro cervello la registra e crea una struttura di neuroni che si stabilizza in quella forma. Così, ogni volta che si verifica una situazione uguale o simile il nostro cervello ha già la risposta pronta. Geniale, verrebbe da dire, e da un certo punto di vista lo è. L’inghippo sta nel fatto che una volta registrata quel tipo di risposta, il nostro cervello tende a ripeterla continuamente, come se avessimo installato un programma
in un computer. In questo modo non siamo più liberi di scegliere la modalità più opportuna per quella situazione, ma scegliamo solo quella che il nostro cervello ha già registrato.

La seconda modalità di installazione di un programma mentale, avviene quando viviamo una forte emozione. Quel particolare stato emotivo fa si che vada in tilt il sistema di controllo, la nostra parte razionale, e quindi ciò che avviene in quel momento viene subito registrato negli archivi della mente e diventa un programma subito attuabile.

A questo punto, è comprensibile se diciamo che un programma mentale equivale ad una mancanza di libertà di scelta su cosa mettere in pratica o no in una determinata circostanza. Possiamo anche dire che un programma mentale è il contrario della creatività, quel fondamentale processo vitale che ognuno di noi possiede al suo interno e che è la base della vita stessa. La creatività crea nuovi schemi per rendere la vita sempre diversa e migliore.

Un programma mentale è simbolo di staticità e continua ripetitività ed entra in conflitto con la creatività, provocando disagio (e non solo) nelle persone. Diventa un vero e proprio condizionamento, dal quale può essere difficile uscire.

Con le tecniche di Integrazione Energetica, utilizzando i punti dell’energia o altro, si rompono questi schemi precostituiti e la persona diventa quasi magicamente capace di pensare, di vivere o di comportarsi in altri modi che prima non prendeva neanche in considerazione a causa di quel o quei programmi mentali. Avviene quindi una sorta di ristrutturazione, che scompone lo schema precedentemente instaurato e ci rende liberi di assumere nuovi atteggiamenti e generare nuove soluzioni.

Spero di essere stato sufficientemente esplicativo. Alla prossima.

Un abbraccio

Andrea

aparim10@yahoo.it

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*****Storie vere

In questa sezione racconterò ad ogni newsletter un caso realmente accadutomi,
che si è risolto totalmente con l'impiego dell'Integrazione Energetica.
Ecco la storia di questo numero:

Alice fa l’agente di commercio e da un paio d’anni a questa parte non vive più bene le sue giornate, a causa di un mal di schiena lombare ricorrente, che le causa molti dolori e parecchi giorni di assenza dal lavoro. Inoltre, si sente un po’ depressa perché non riesce più a svolgere la sua attività nel modo che piace a lei. Per completare l’opera, aveva anche parecchi disturbi digestivi, causati probabilmente dal fatto che mangiava spesso fuori casa, in modo alquanto spartano e magari con cibi di dubbia qualità.

Per Alice il lavoro è un ambito della vita in cui ci mette tutta se stessa e per lei è un piacere oltre che un dovere seguire i propri clienti con attenzione. Avendo questi problemi di salute, le era difficile stare dietro a tutte le richieste e non capiva più bene se era arrivato il momento di cambiare mestiere (sarebbe stato un grande dispiacere) o se era solo un momento transitorio di difficoltà. Inoltre, recentemente si era licenziato un collega e l’azienda per cui lavorava aveva deciso di non assumere un altro agente ed aveva distribuito equamente i clienti lasciati
Tra tutti gli agenti in servizio.

Iniziai a chiederle se avesse fatto recentemente esami clinici e mi rispose che dagli esami non risultava niente di particolare. Mi disse inoltre che nell’ultimo anno aveva fatto diverse terapie consigliate dai medici che aveva consultato, ma a parte un miglioramento iniziale, i dolori non cessavano di darle fastidio. Cominciai a praticarle un po’ di Integrazione Energetica, in quanto ritenevo che ci fosse un qualche aspetto di tutta la sua faccenda che Alice non prendeva in considerazione.

Il primo riscontro fu di totale rilassamento; si sentiva rilassata come non si ricordava di essere stata mai. Successivamente, ad ogni applicazione di Integrazione, cominciarono a fluire pensieri che non si era mai concessa di prendere in considerazione e che ora la facevano riflettere profondamente.

Si rese conto improvvisamente che trattava i suoi clienti quasi come fossero tutti degli amanti; si proferiva in attenzioni che non riservava neanche a suo marito o ai suoi figli. Si rese conto che, a causa di questo suo modo di porsi, passava moltissime ore in macchina per andare a fare visita ogni settimana a tutti i clienti, anche a quelli più lontani, quando invece avrebbe potuto utilizzare di più il telefono e meno l’auto. Si rese conto di quanta energia dedicasse al lavoro e quanto poca a se stessa, ai suoi bisogni ed a quelli dei suoi cari.

Era incredibile vederla profondersi in dettagli sempre più precisi, ogni volta che gli praticavo l’Integrazione. Era come se ogni volta tirasse fuori dal suo sacco ormai pieno un elemento in più, per rendersi totalmente chiara la sua situazione.
Alla fine dei trattamenti, Alice aveva capito tutto di se e della sua situazione, ed era decisa e determinata a mettere in atto tutti i cambiamenti del caso. La sua vita cambiò decisamente e non solo quella lavorativa ma anche quella familiare, che da tempo dava per scontata e addirittura monotona. Cambiando anche solo un elemento di sé aveva prodotto profondi cambiamenti in molti ambiti della sua vita.




***** Ti auguro di liberarti da ogni oppressione *****

giovedì 23 ottobre 2008

Ecologia delle Emozioni



INTEGRAZIONE ENERGETICA
La Newsletter gratuita di Andrea Parimbelli per ”rielaborare la propria vita ” n. 30 - Ecologia delle emozioni
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Carissima/o,
mi è arrivata via mail una domanda a cui, come sempre, rispondo pubblicamente: “Non è pericoloso lasciar fluire liberamente le emozioni?”
E’ una bella domanda, ed allo stesso tempo è una domanda molto comune. Purtroppo nella nostra vita non esiste nessuno che ci insegna un’educazione emozionale e quindi, da questo punto di vista, siamo lasciati allo sbando.

La risposta è: no, non è pericoloso. Ma c’è una condizione. Esprimere le proprie emozioni è del tutto salutare se la persona non ha creato nel tempo, dentro di se, degli accumuli tali da essere paragonati al vapore che esiste in una pentola a pressione che bolle da un bel po’. Esprimere emozioni che sono state accumulate per molto tempo può fare lo stesso effetto di una pentola a pressione che esplode. Per riequilibrare queste situazioni ci sono i trattamenti di Integrazione Energetica, che riportano facilmente lo stato energetico al suo stato fisiologico. E’ facile riconoscere questi stati interni, in quanto, quando anche solo pensiamo ad una situazione che ci disturba, dentro di noi sentiamo salire un’emozione così forte da far fatica a controllarla, anche se tendiamo a reprimerla. In questi casi siamo in totale squilibrio emozionale.

Per chi non è in queste condizioni, l’esprimere le emozioni è del tutto naturale; oltretutto, sono il sale della vita e sono l’espressione del naturale fluire della nostra energia nei vari distretti nel corpo.
Se, come abbiamo già fatto, paragoniamo il nostro stato emozionale al mare, le nostre emozioni ordinarie sono come le onde che ci sono sempre e che sono la caratteristica del mare. Il mare in burrasca invece, è il corrispettivo dei nostri stati emotivi disturbati in cui le onde gigantesche e potenti possono far disastri anche notevoli. Pensa ad esempio alle notizie che si sentono molto spesso nei telegiornali di famiglie intere ammazzate da uno dei suoi componenti: questi sono i tipici casi di accumuli emotivi che quando si esprimono producono disastri, proprio come il mare in burrasca che travolge tutto ciò che si trova nelle vicinanze.

Per riprendere la mail precedente, si può dire che gli accumuli emozionali si verificano là dove è stato dato un giudizio negativo sulla possibilità di espressione di quella emozione. Vi assicuro che c’è sempre un modo per lasciar fluire le emozioni, anche nelle condizioni peggiori, ma molto spesso non ne vediamo neanche uno (forse proprio perché abbiamo già dato un giudizio negativo) ed allora tratteniamo al nostro interno questa forza propulsiva, la quale inizia a produrre danno.

Siamo di fronte ad una situazione emozionale pericolosa, solo quando abbiamo fatto questa operazione di trattenimento molte molte molte volte nella nostra vita, cioè ci siamo sempre impediti di esprimere quella data emozione. Ciò è molto più frequente nell’infanzia che nell’età adulta. Un adulto dovrebbe essere stato in grado di acquisire la capacità di scaricare o sfogare le proprie emozioni in qualche modo, fosse anche solo tirare dei calci ad una palla o picchiare i pugni su un cuscino. Per un bambino è già un po’ più difficile, in quanto il bambino o si esprime o si reprime e non ha ancora la capacità di elaborare altre strategie, specie se è molto piccolo. Chi presenta degli accumuli emozionali notevoli, spesso ha qualche blocco che proviene dal periodo infantile.

Molto interessante è anche prendere in considerazione la relazione che esiste tra i pensieri e le emozioni: c’è sempre un pensiero od un modo di pensare dietro ad una emozione. Quindi l’educazione emozionale passa anche attraverso l’educazione dei nostri pensieri.

Nel Corso di Ecologia Mentale che si terrà a breve (il 9 novembre, ricordi?), impareremo a riconoscere i nostri pensieri distruttivi e come cambiarli. Cambia i pensieri per cambiare le emozioni!

Un abbraccio

Andrea

aparim10@yahoo.it

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*****Storie vere

In questa sezione racconterò ad ogni newsletter un caso realmente accadutomi,
che si è risolto totalmente con l'impiego dell'Integrazione Energetica.
Ecco la storia di questo numero:

Quando incontrai per la prima volta Riccardo, ebbi l’impressione di trovarmi davanti una persona denutrita, che non aveva sufficiente nutrimento per il proprio vivere. Era così magro da lasciar intravedere tutte le ossa. In effetti Riccardo aveva avuto molti problemi di salute negli anni precedenti ed ora stava discretamente bene anche se certamente non in ottime condizioni. Arrivò accompagnato dalla sua attuale moglie e mi chiese se riuscivo a dargli un aiuto perché si sentiva privo di energia in generale ed anche, come mi disse lui, “non si sentiva più un uomo”.

Parlammo a lungo, in quanto Riccardo mi raccontò di tutte le sue innumerevoli malattie e disturbi, degli interventi subiti e di tutte le terapie che aveva dovuto fare. Quando gli chiesi in che momento della sua vita erano cominciati a comparire i suoi disturbi, ammutolì ed a quel punto sua moglie mi riferì che avvenne tutto dopo che la sua precedente moglie l’aveva lasciato per un altro uomo.

Mentre la moglie mi raccontava, lui era rigido, teso, inespressivo e ad un certo punto iniziò pure a tremare leggermente. Sua moglie mi disse che con la precedente moglie Riccardo aveva un attaccamento particolare, era il sogno della sua vita, era uno di quegli amori idilliaci che capitano una sola volta nella vita,
e dopo diversi anni di felice unione se n’era andata, lasciandolo nello sconforto più totale e privo di rassegnazione.

Dissi a Riccardo che avrei preferito fosse lui a raccontarmi ciò che avvenne, perché per me era importante sentire come e cosa esprimeva mentre parlava dei suoi problemi. Mi rispose a monosillabi, tremante, teso ed impalato com’era, faceva fatica a far uscire la voce. Il ricordo di quel dolore lo bloccava e probabilmente cercava di tenerlo sotto controllo per non risentire quel profondo dolore che avrebbe potuto farlo impazzire.

Per me, era già sufficiente tutto ciò, ed incominciai a praticargli una tecnica di Integrazione Energetica. Era rigidissimo anche da disteso, sembrava impaurito ed all’inizio non gli veniva neanche di chiudere gli occhi. Sembrava voler controllare tutto ciò che io facevo. Non c’era un punto del suo corpo che gli stimolavo che non gli facesse male, anche se era un dolore sopportabile.

Dopo qualche minuto di trattamento, cominciarono a scorrergli le lacrime dagli occhi e via via iniziò a singhiozzare sempre di più e sempre più animatamente. Il suo corpo era un sussulto unico; non c’era parte di esso che non fosse in movimento sotto la spinta dei suoi singhiozzi. Andò avanti per parecchi minuti in questo modo, finché lentamente l’onda di dolore passò e quando si riprese riuscì a dirmi. “Era come se quell’abbandono mi avesse distrutto la vita, come se la mia anima mi avesse abbandonato”.

Era molto scosso Riccardo, ma adesso cominciava ad apparire evidente una maggiore distensione e serenità, tant’è che riusciva a parlarmi mentre prima no.
Mi riferì che prima sentiva una specie di grosso, grosso nodo alla bocca dello stomaco e che ad un certo punto aveva cominciato a sentire come se quella parte si aprisse e riversasse dentro di lui un’onda di veleno che si sparse in tutto il corpo. Poi quel potente dolore iniziò a diminuire ed ora si sentiva come appena uscito da una centrifuga ma molto più tranquillo e quasi sereno.

L’Integrazione Energetica, anche questa volta, aveva fatto saltare il tappo dei blocchi emozionali e questo avvenimento stava portando Riccardo a riappropriarsi della sua energia e soprattutto della sua vita.

Per recuperare il suo stato di deperimento, fu determinante l’utilizzo dell’Integrazione Energetica, ma dovetti affiancare anche qualche trattamento di Massaggio Ayurvedico per ripristinare l’equilibrio del suo corpo, ormai veramente molto provato da anni di tensioni profonde. Inoltre, gli preparai anche un flacone di Fiori di Bach per ripulire il suo sistema energetico e stabilizzare i cambiamenti che erano avvenuti con l’Integrazione Energetica.

Qualche mese dopo il termine dei nostri incontri, mi telefonò sua moglie, confermandomi che Riccardo aveva recuperato diversi chili di peso ed ora stava molto bene. Inoltre, anche la loro relazione andava molto bene, in quanto quando si erano sposati era lei ad essere innamorata, mentre lui aveva acconsentito ma il suo comportamento era sempre stato molto freddo e distaccato fino ai tempi recenti, mentre ora lei si sentiva corrisposta nel suo amore. Terminò con questa frase molto significativa: “La vita così, è tutta un’altra cosa”. Niente male, vero?



***** Ti auguro di vivere nella gioia delle tue relazioni affettive *****

giovedì 2 ottobre 2008

Emozioni, giudizi e volere



INTEGRAZIONE ENERGETICA
La Newsletter gratuita di Andrea Parimbelli per ” ritrovare la poesia
della vita ” - n. 29 - Emozioni, giudizi e volere
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Carissima/o,
come inizio, vorrei rispondere pubblicamente ad una domanda che mi è pervenuta: “Come si può rimpinguare la propria energia interna?”

Per quanto riguarda le tecniche che uso, è un processo che avviene da se. Noi abbiamo già una quantità di energia abbondante al nostro interno, ma molta di questa viene trattenuta o meglio bloccata nelle nostre strutture psicosomatiche interne, relative a paure, blocchi emozionali, modelli negativi, traumi ecc. Risolvendo via via queste strutture attraverso le tecniche di Integrazione Energetica, si libera una maggior quantità di energia, che diventa disponibile per la persona stessa e di solito va a depositarsi proprio dove c’è maggior carenza, creando un nuovo e migliore equilibrio.

Nella newsletter scorsa si parlava di emozioni negative che diventano programmi limitanti ed avevamo tralasciato di parlare di giudizi e volontà. I giudizi (ma anche i pregiudizi) e la volontà o volere sono strettamente legati tra di loro. All’inizio della mail ci si chiedeva come mai dividiamo le emozioni in positive e negative. Ebbene solitamente giudichiamo positive le emozioni che ci portano piacere e negative quelle che ci portano dolore o sofferenza. Ma è proprio sempre vero o è solo una delle nostre tante interpretazioni?

E’ comunque un’interpretazione nostra. In questo modo, abbiamo già installato un programma nel nostro biocomputer, che è il cervello. Abbiamo ad esempio giudicato le emozioni negative come inaccettabili e quindi da evitare come la peste e le emozioni positive come le uniche degne di essere vissute.

All’apparenza sembrerebbe che ciò sia una cosa normalissima; in realtà nasconde un profondo errore. Quando noi rifiutiamo di provare sofferenza stiamo allo stesso tempo rifiutando di provare piacere perché il canale è lo stesso. E come dire che attraverso i fili della linea telefonica arrivano telefonate positive e negative; se stacco i fili per non ricevere più le telefonate negative, automaticamente non riceverò più neanche quelle positive. Nel nostro corpo non succede proprio esattamente la stessa situazione ma dei processi molto molto simili.

Pensiamo per un momento ad una situazione in cui una persona reagisca con sofferenza e ad un certo punto la persona decida: “non voglio più soffrire”. Che cosa scatta nel momento in cui prende questa decisione? Il nostro cervello registra la nostra decisione e comincia a chiudere i canali delle sensazioni (sono canali nervosi ed anche muscolari: ecco l’origine di alcune tensioni e dolori).
Il risultato di tutto ciò sarà ad esempio una ridotta o annullata sensazione del dolore e di conseguenza anche del piacere.

Molte volte ho incontrato persone che mi hanno detto: “Non provo più piacere nella vita. Tutto mi sembra spento, privo di significato ed interesse”. Alla mia domanda su cosa potesse essere la causa di ciò mi è sempre stato risposto con un “non so”. Ad una ulteriore indagine verbale, sono emerse spesso situazioni di questo tipo.

Questo è solo un esempio, in quanto le reazioni alle nostre decisioni profonde sono innumerevoli, ma tutte comunque riduttive della nostra vitalità e creatività. Attraverso le sedute di Integrazione Energetica si va ripulire il nostro campo energetico ed a riequilibrare le reazioni automatiche che abbiamo innescato con i nostri giudizi, pregiudizi ed errate volontà.

A volte la sofferenza è un grande maestro, perché (se non la neghiamo), può renderci consapevoli di errori che apparentemente non vediamo o non riusciamo a capire. Non sarebbe necessario utilizzare il dolore come strumento di comprensione se fossimo un po’ più saggi e aperti all’ascolto interiore.

Un abbraccio

Andrea

aparim10@yahoo.it

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*****Storie vere

In questa sezione racconterò ad ogni newsletter un caso realmente accadutomi, che si è risolto totalmente con l'impiego dell'Integrazione Energetica. Ecco la storia di questo numero:

Maria è una mia vecchia conoscenza, ma erano molti anni che non la vedevo. Un giorno mi chiamò per fissare un appuntamento e durante il colloquio mi disse che negli ultimi tempi si sentiva molto stanca e non riusciva a riprendersi neanche dormendo di più. Mi disse anche di sentire molta pesantezza alle gambe e che il medico le aveva riscontrato una situazione di varici dilatate. Non era ancora molto grave la situazione delle gambe ma avrebbe potuto diventarla.

Iniziai a fare un po’ di trattamento con l’Integrazione Energetica proprio sui suoi sintomi, e lei continuava ad avvertire questo senso di pesantezza ma niente di più.
Mi disse che certi giorni sentiva le gambe talmente pesanti che doveva trascinarsele dietro per poter svolgere le sue mansioni.

Queste sue frasi risvegliarono la mia attenzione ed allora le chiesi: “Che situazione c’e nella tua vita che è così pesante e che stai trascinando da tempo?” Rimase un po’ stupita della domanda e diventò improvvisamente riflessiva. Dopo qualche minuto mi disse che era la sua situazione di lavoro.

Maria era impiegata in un ufficio, ma era un posto di lavoro che non le piaceva perché era caotico e mal organizzato. Inoltre doveva svolgere mille mansioni contemporaneamente: doveva rispondere alle esigenze del suo capo, ascoltare i clienti e le loro richieste, rispondere al telefono, preparare i documenti fiscali, fare da tramite tra il personale ed il capufficio e molte altre cose ancora.

Tutto ciò le creava molta frustrazione (il suo principale non intendeva fare niente per migliorare quella situazione) ed anche molto stress in quanto non riusciva mai a completare ciò che stava facendo, perché veniva continuamente interrotta dagli squilli del telefono, dai clienti, dal capufficio, dai dipendenti ecc.
A seguito di ciò, ogni mattina era un grande peso per lei recarsi al lavoro e sentiva quindi anche molta avversione. Era diventata pigra e demotivata anche nella sua vita privata.

Lavorammo con l’Integrazione Energetica su tutti questi numerosi aspetti che le creavano disagio nella vita lavorativa: le avversioni, lo stress, le relazioni col capufficio, i clienti ed i dipendenti. Già alla seconda seduta, Maria mi riferì di sentirsi meglio e di aver affrontato le giornate lavorative con un po’ più di leggerezza, e che erano anche migliorate alcune relazioni con le persone che vedeva abitualmente.

Continuammo il lavoro iniziato, facendo altra Integrazione sulla sua pigrizia, la sua scarsa elasticità, il suo atteggiamento interiore nell’affrontare il lavoro e tutte le sue resistenze. Alla fine Maria mi disse che si sentiva veramente “mooolto leggera” ed aggiunse anche non aveva mai pensato a quanti problemi ci portiamo dietro e che i nostri atteggiamenti negativi fanno andare male le situazioni esterne. Questo era per lei fonte di molto stupore. Inoltre, non avrebbe mai pensato che i suoi problemi alle gambe potessero dipendere dalla sua situazione di lavoro.

Poi mi fece scoppiare in una sonora risata quando mi disse: “Bravo Andrea, se non ci fossi, bisognerebbe inventarti!”. Come si fa a non ridere con una frase del genere?




***** Ti auguro di lasciar fluire tutte le tue emozioni *****

venerdì 12 settembre 2008

Emozioni... negative?


INTEGRAZIONE ENERGETICA
La Newsletter gratuita di Andrea Parimbelli per ”ribilanciare i propri stati d’animo ” - n. 28 -
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Carissima/o,
hai mai pensato che in ogni momento della nostra vita viviamo emozioni? Già, ma per noi è talmente naturale che neanche ci si pensa. L’emozione è presente in ogni istante ed è naturale che sia così; dal momento che abbiamo continuamente pensieri, abbiamo di conseguenza anche emozioni.

Negli incontri di Integrazione Energetica, ciò su cui si lavora di più sono le emozioni negative. Ma perché abbiamo diviso le emozioni in positive e negative? In realtà, le emozioni sono come le onde del mare, dovrebbero fluire con naturalezza dentro e fuori di noi, proprio come il mare utilizza le onde per mantenere il proprio equilibrio. Anche gli animali vivono le emozioni in modo naturale.
E perché, per l’uomo moderno ciò non è per niente naturale?

Già, c’è un qualcosa che turba questa naturalezza. E che cosa sarà? Sono ben tre cose che noi umani mettiamo in atto: il giudizio, il volere ed i modelli appresi. Partiamo da questi ultimi.

Dal concepimento in poi noi accumuliamo esperienze e queste esperienze costruiscono i nostri modelli di comportamento. Che cosa significa? Quando noi facciamo un’esperienza ne traiamo un “insegnamento” e questo rimane registrato nel nostro cervello, come il programma di un pc, finché non interviene una seconda esperienza che mi fa modificare o cambiare quel tipo di insegnamento o programma.

Se, ad esempio, da bambino ho appoggiato una mano su una stufa bollente e mi sono scottato, il mio cervello registrerà quell’evento come pericoloso e ne trarrà un insegnamento: “abbi paura di tutto quanto emette calore”.
Fin qui potrebbe andare tutto bene. Già, ma cosa ne sarebbe se il trauma emotivo fosse stato talmente forte che ci viene il terrore anche solo ad entrare in una stanza dove è presente una stufa accesa o qualcosa di simile?

Ecco che quell’insegnamento, quel programma, diventa deleterio e controproducente per noi e ci impedisce di fare cose che normalmente tutti fanno ed è normale fare. In altre parole, limita la nostra libertà, la nostra possibilità di scelta, il nostro piacere.

Come abbiamo detto molte volte in queste mail, questi generi di programmi emozionali rappresentano uno squilibrio nel nostro sistema energetico e lo squilibrio rimane finché non ribilanciamo le nostre energie o, per meglio dire, non cambiamo o sostituiamo il programma negativo.

A volte è molto difficile fare questa operazione, perché il programma si è ormai stabilizzato nelle nostre parti inconsce e non riusciamo più neanche a vederlo, soltanto ne subiamo gli effetti. Di conseguenza, rispondiamo al classico concetto di azione-reazione: succede un avvenimento-rispondo con quella precisa reazione, sempre quella.

Con l’Integrazione Energetica è possibile ribilanciare il nostro campo
energetico e ristrutturare in modo positivo i nostri programmi interiori nel modo migliore per noi.

Ok, siamo andati un po’ lunghi e, a questo punto, direi di rimandare alla prossima mail la spiegazione degli altri due punti, cioè il giudizio ed il volere.

Un abbraccio

Andrea

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*****Storie vere

In questa sezione racconterò ad ogni newsletter un caso realmente
accadutomi, che si è risolto totalmente con l'impiego
dell'Integrazione Energetica. Ecco la storia di questo numero:

Giacomo era venuto da me per un Massaggio Ayurvedico, in quanto negli ultimi tempi era parecchio stressato e non riusciva neanche più a fare un po’ di moto e di sport, come era solito fare. Pertanto sentiva il corpo un pò legato nei movimenti e contratto nella muscolatura.

Come avviene spesso mentre faccio il Massaggio, la persona mi chiede un po’ di notizie sul tipo di massaggio che pratico, ed anche in questo caso, si avviò con Giacomo una piacevole e tranquilla conversazione.

Dopo aver saputo da me le notizie che lo interessavano, cominciò a parlarmi della sua situazione. Mi disse che da qualche mese era stato promosso dirigente in un settore della sua azienda. Lui era molto felice per questo, ma la nuova mansione aveva portato anche nuove preoccupazioni.

Via via discorrendo, Giacomo mi disse che ultimamente soffriva di un fastidioso e persistente dolore alle orecchie, che dopo analisi cliniche era stato diagnosticato come otite. Disse inoltre che il medico gli aveva dato una cura da fare, ma che finora aveva riscontrato solo una leggera diminuzione del dolore.

Dalle cose che mi aveva detto fin lì, avevo il sospetto che quel dolore fosse in qualche modo collegato con le sue nuove mansioni di lavoro. Gli proposi quindi per la prossima seduta di lavorare con l’Integrazione Energetica e lui accettò di buon grado.

Lo rividi la settimana seguente. Mi comunicò di sentirsi meglio dopo il massaggio ricevuto e si dimostrò molto collaborativo nel rispondere alle domande che gli ponevo. Parlammo un po’ delle sue mansioni lavorative e mi comunicò tutte le sue difficoltà nel tentare di conciliare le richieste del suo capo con il lavoro da far svolgere agli operai. Inoltre mi disse che il suo capo era una persona piuttosto irascibile e che spesso si infiammava come un cerino.

Trovavo interessante tutto ciò che mi diceva, ma non riuscivo a trovare collegamenti con la sua otite. Come sempre in questi casi, iniziai a praticare le tecniche dell’ Integrazione Energetica. Dopo alcuni minuti di trattamento disse che anche l’altro orecchio si era tappato ed aveva ridotto la sua sensibilità uditiva. Era tutto molto singolare ciò che stava succedendo ma ancora non si trovava la chiave della sua situazione.

Dopo ancora alcuni minuti, Giacomo mi disse che non riusciva a sentire più niente. Mi venne spontanea una domanda: “Perché vuoi rimanere in silenzio ed isolarti dal mondo esterno?”. La sua espressione era stupita e spaventata al tempo stesso quando mi disse di avere davanti a sé l’immagine del suo capo che stava urlando ma lui non sentiva neanche una parola.

Fu tutto molto chiaro, allora. Le sue orecchie si erano chiuse per non sentire le urla ed i loro contenuti. Lavorammo in modo specifico su tutto ciò. Emerse ora con molta chiarezza quanto gli strilli del capo e ciò che diceva in quei momenti deliranti, lo facessero sentire un buono a nulla, insignificante, sconfitto. In altre parole, il suo capo minava Giacomo nella sua identità, o almeno lui lo percepiva così.

Alla fine della seduta, aveva recuperato gran parte dell’udito, ma ancora non andava del tutto bene. Lo rividi dopo qualche giorno, e continuammo a lavorare sui contenuti della sua sordità e dei suoi dolori. Altri particolari emersero, ma pian piano riuscimmo a riequilibrare tutti i punti della situazione e Giacomo se ne andò che sembrava galleggiare sulle sue gambe anziché camminare. Era davvero contento e si sentiva libero.

Mi telefonò dopo poco più di un mese e mi confermò di non aver avuto più dolori e che le sue orecchie sentivano benissimo. Mi comunicò inoltre che il suo capo non era più così furibondo con lui: chissà, forse qualche comportamento precedente di Giacomo provocava le suddette reazioni del capo. “Cambia te stesso e cambierai il mondo” dicevano gli antichi saggi. Forse non erano saggi per nulla, che ne pensi?





***** Ti auguro di comprenderti sempre più in profondità *****

martedì 22 luglio 2008

La Legge di Attrazione


INTEGRAZIONE ENERGETICA
La Newsletter gratuita di Andrea Parimbelli per ”ripulire la propria anima” - n. 27 -
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Carissima/o,
ho riletto le ultime tre mail ed ho convenuto che c’è ancora qualcosa da dire sull’argomento, ed in particolare vorrei rispondere a qualcuno di voi che mi ha posto qualche domanda sulla Legge di Attrazione di cui si parla tanto in questi ultimi tempi, attraverso libri e video.

Dicevamo nella scorsa mail che se inseriamo un pensiero positivo nella nostra mente e lo “coltiviamo” in continuazione, focalizzandoci molto spesso su di esso, questo pensiero (sia esso positivo o negativo) diventa come una calamita ed attira nella nostra vita fatti, avvenimenti e persone che sono in sintonia con il nostro pensiero. Ecco, questa è la cosiddetta Legge di Attrazione.

C’è da precisare che essa non è veramente una legge, in quanto, per la nostra scienza, una legge deve funzionare sempre indistintamente in ogni situazione (vedi la legge della gravità, ad esempio). Forse il termine più idoneo potrebbe essere “principio di attrazione” (si sa che gli americani sono spesso eccessivi nei loro titoli) perché la Legge di Attrazione non sempre funziona.

Il principio in sé è valido, condivisibile, ed anch’io noto da molto tempo ormai il suo funzionamento. Ma quando funziona e quando no? Il Principio di Attrazione (lo chiamerò così) funziona quando c’è sintonia in tutto il nostro essere. Che cosa significa? Significa che se producessi un pensiero del tipo “voglio avere un lavoro migliore di quello che ho attualmente” ma dentro di me si è installato (magari già dall’infanzia) un pensiero/modello che dice “non combinerai mai niente di buono nella vita”, molto facilmente non troverò mai un lavoro migliore di quello che ho.

Il pensiero che ho inserito nella mia mente entra in conflitto con il modello che avevo già in precedenza depositato (consciamente o inconsciamente) all’interno del mio essere, quindi il mio desiderio non verrà realizzato, neanche dopo sforzi immani. Quando sentiamo persone che dicono: “ho fatto, ho fatto… ma non ho visto risultati” quasi sicuramente sta succedendo qualcosa del genere.

In questi casi, il Principio di Attrazione non può funzionare in quanto la nostra energia è impegnata nel conflitto e non può dare quella forte carica che crea il giusto magnetismo per la realizzazione dei nostri obiettivi. In questi contesti, le tecniche di Integrazione Energetica sono meravigliose nello scardinare i conflitti (o altre dinamiche) che stanno alla base dei propri fallimenti.

Senza quella pulizia interiore (superficiale o profonda che sia) di cui si parlava nella precedente mail, non si riesce a raggiungere i propri obiettivi, di qualunque natura siano essi. Casi molto frequenti li ho trovati in situazioni affettive: si cerca la propria “metà” ma dentro ci sono aspetti conflittuali che per altro la persona non riconosce.

Spero tanto che l’argomento sia più chiaro adesso.

Un abbraccio

Andrea

aparim10@yahoo.it

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*****Storie vere

In questa sezione racconterò ad ogni newsletter un caso realmente accadutomi, che si è risolto totalmente con l'impiego dell'Integrazione Energetica.
Ecco la storia di questo numero:

Flavio è un signore di mezza età, piuttosto rotondo di corporatura e non molto alto. Mi telefonò perché avrebbe voluto lavorare su alcuni problemi a carattere cardiaco che aveva da tempo, cose non molto gravi ma fastidiose e ricorrenti. Proposi un primo incontro per valutare la situazione e vedere se c’era qualche possibilità di recupero con l’Integrazione Energetica.

Ci incontrammo e, come di rito, cominciai a fargli un po’ di domande sulla sua situazione generale e sulla questione cardiaca. Mi disse di aver fatto parecchi esami clinici negli ultimi tempi, ma che l’unica cosa che era stata riscontrata era un’extrasistolia ricorrente, con in aggiunta un forte senso di oppressione nella zona del cuore e conseguente difficoltà di respiro.

Flavio è una persona cordiale e simpatica, un bonaccione come si direbbe, molto lontano dall’essere ansioso o agitato. Ciò rendeva un po’ misterioso il suo malessere. Chiesi un po’ di informazioni sulla sua vita e come la conduceva. Sembrava che tutto filasse liscio: un buon lavoro (lo stesso da anni), un buon matrimonio, due figli ecc. ecc; un po’ tutto nella normalità.

Iniziai allora a praticare l’Integrazione Energetica, lavorando direttamente sui suoi sintomi per vedere se dal trattamento energetico emergeva qualche cosa di più specifico. Fu dopo qualche minuto che Flavio disse di aver ritrovato un’immagine nella sua mente: aveva rivisto la mamma che giocava e coccolava sua sorella. Alla fine della descrizione aggiunse il commento: “… le donne!”

Lì per lì feci un sorriso, ma mi venne intuitivamente una domanda: “era piacevole quell’immagine?” Lui sorrise e disse: “Stupidaggini da donne”. “Cioè?” replicai io “non era piacevole vedere mamma e figlia che si scambiavano tenerezze?”.
“Le solite baggianate femminili. Le donne…sono tanto belle ma… danno molta importanza a queste cose, e poi… si innamorano”. Ero stupito ed incredulo ed anche non mi riusciva di capire cosa stesse realmente dicendo.

Dopo un po’ di domande, Flavio pronunciò la frase rivelatrice, quella che spiegava ogni cosa ed apriva gli orizzonti per la terapia. “Noi uomini siamo presi dalla pulsione sessuale, mentre le donne s’innamorano e complicano sempre tutto”. “Ma tu non sei innamorato di tua moglie?” chiesi. Lui rispose quasi stupito: “Mi attrae molto, mi piace molto, intendo fisicamente… ma anche di carattere”. Continuai a fargli domande sempre più specifiche e mi resi conto che l’amore non faceva parte della sua vita, sembrava neanche sapere cosa fosse ed anche continuava a considerarlo un aspetto solo femminile.

Ecco perché il suo cuore dava sintomi dolorosi: l’amore era un aspetto che Flavio aveva escluso dalla sua vita. Lavorammo in questa direzione per un paio di sedute ancora, finché ad un certo punto, dopo che gli avevo lavorato alcune fasce muscolari, Flavio si sciolse in un pianto liberatorio, che scuoteva tutto il suo corpo. D’improvviso il suo torace sembrava essere diventato mobile, morbido e vivo; aveva recuperato quella vitalità che era stata negata per lunghi lunghi anni.

Quando questa fase terminò, Flavio mi descrisse tutte le sensazioni che aveva provato e mi raccontò che tutto ciò era l’eredità di suo padre; era lui che gli aveva fatto imparare “ad essere uomo, ad essere maschio”. Secondo il babbo, i maschi non dovevano piangere e non dovevano innamorarsi, ed il figlio, per avere il suo affetto si era adeguato.

Questo sblocco emozionale trasformò la vita di Flavio, non tanto radicalmente, in quanto continuò a fare lo stesso lavoro, a frequentare gli stessi amici ad avere la stessa moglie, ma più nella qualità. Se prima si poteva dire di lui che era una persona piuttosto simpatica, ora si poteva tranquillamente dire che era una persona felice; si vedeva proprio. I sintomi cardiaci erano totalmente scomparsi e fui molto contento quando, un paio di mesi dopo, Flavio mi chiamò e mi comunicò che sua moglie era incinta e che “questo figlio l’abbiamo fatto proprio con Amore”. Era raggiante!





***** Ti auguro di trovare la “tua” felicità *****

domenica 6 luglio 2008

La Mente crea la Realtà - parte 3°


INTEGRAZIONE ENERGETICA
La Newsletter gratuita di Andrea Parimbelli per ”creare la propria realtà” - n. 26 -
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Carissima/o,
oggi parleremo di un’altra parte dell’argomento in oggetto, un altro punto di vista, ma ovviamente non poi così lontano da ciò che abbiamo detto nelle ultime due mails.

In precedenza si parlava di come la mente crea “negatività”. Ogni pensiero riduttivo riesce a creare una cascata di comportamenti e reazioni che vanno contro il nostro interesse personale, anche se noi non lo vorremmo. Il nostro pensiero catalizza l’energia ed attira a noi ciò che quel pensiero esprime nei suoi presupposti.

Allo stesso modo, il nostro cervello può diventare positivamente produttivo, se iniziamo ad inserire pensieri sempre più positivi. Il meccanismo è lo stesso.
Se passiamo ripetutamente un pensiero positivo nella nostra mente è molto probabile che giorno dopo giorno si crei una traccia nel nostro cervello che attirerà verso di noi cose, situazioni ed avvenimenti positivi per noi.

Se prendiamo in mano le redini della nostra situazione, possiamo via via incamminarci su una strada più positiva, la quale a sua volta produrrà effetti sempre più vantaggiosi per noi.

Come in ogni buona casa, il processo inizia facendo pulizia. E’ conveniente dapprima azzerare i nostri pensieri negativi e limitanti, per poi iniziare a produrre catene di pensieri che vanno in direzione del nostro beneficio o benessere. Difficilmente funziona il processo contrario. Ciò che abbiamo detto per i pensieri, vale allo stesso modo anche per le emozioni. Faccio un esempio.

Se inizio a produrre dentro di me il pensiero “voglio essere felice” ma passo la giornata incazzandomi continuamente e non perdendo occasione di criticare tutti e tutto ciò che mi passa sotto gli occhi, difficilmente diventerò una persona felice. E’ molto meglio prima di tutto fare pulizia di tutte le critiche e le arrabbiature che ogni giorno produco per poi iniziare a produrre pensieri positivi.

L’Integrazione Energetica riesce molto bene a fare questo lavoro di pulizia iniziale e, come dicevo in una delle prime newsletters, riesce benissimo ad essere anche “propositiva”, cioè ad incentivare quegli aspetti positivi che vorremmo avere e verso cui tendiamo. Il presupposto è ovviamente quello di fare una buona pulizia iniziale. E’ comprensibile che non si può arredare ex novo un ambiente se prima non abbiamo portato via tutti i mobili vecchi e brutti che vi erano contenuti.

Molti mistici e non, hanno detto la stessa frase: “se vuoi cambiare il (tuo) mondo, cambia te stesso”. Buone riflessioni e… alla prossima.

Un abbraccio

Andrea

aparim10@yahoo.it

PS: nel discorso di augurio per il capodanno del 2007, Amma, un’incredibile maestra spirituale dei nostri giorni, disse le seguenti frasi che ti riporto: “Cominciate a lavorare per realizzare i vostri sogni. Con buoni pensieri e buone azioni, possiamo creare delle vibrazioni positive per il mondo intero”. Buona meditazione! :-)

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*****Storie vere

In questa sezione racconterò ad ogni newsletter un caso realmente accadutomi, che si è risolto totalmente con l'impiego dell'Integrazione Energetica.
Ecco la storia di questo numero:

Estate, tempo di vacanze, tempo in più da dedicare anche al nostro corpo, tempo in cui ci si spoglia di più e si presta più attenzione anche ai corpi altrui. In conseguenza di ciò, è più facile che si risveglino in noi anche gli appetiti primordiali, di cui la sessualità è solo seconda in ordine di importanza.

Giusy era venuta da me per un altro motivo, ma mentre lavoravamo con l’Integrazione Energetica, emerse con molta evidenza ed all’improvviso che aveva un netto rifiuto per la sessualità, cioè per il fare l’amore con suo marito.
Essendo il sesso, almeno nei suoi presupposti naturali, la materializzazione del nostro amore per una persona, ritenni opportuno affrontare l’argomento, chiedendo prima ovviamente il consenso all’interessata.

Fui stupito di quanto lei considerasse normale la sua situazione ed ancora di più di come il marito fosse riuscito ad accettare di buon grado questa faccenda. Comunque, come ovvio, evitai di indagare su come il marito fosse giunto a questa accettazione e mi focalizzai in particolare sulle dinamiche interiori di Giusy.

Chiesi ragguagli sulle sue relazioni precedenti, e mi confermò che per lei fare del sesso con un uomo era sempre stato una scocciatura, anzi, non gradiva proprio e per dirla tutta, mi comunicò che le faceva schifo e che anche le metteva un pò di apprensione. La situazione stava diventando per me sempre più singolare e sibillina.

Feci qualche domanda riguardante il periodo dell’adolescenza e dei suoi primi rapporti ma non emerse niente di significativo. Poi feci qualche domanda sui suoi rapporti con la religione, coi preti ecc. ma anche lì non si cavava un ragno dal buco. Chiesi anche se in famiglia fosse successo qualcosa di strano riguardo la sessualità ed anche qui non ci furono situazioni di rilievo. Ad un certo punto, non sapendo più cosa chiedere, pensai bene di iniziare a praticare un po’ di Integrazione Energetica sul concetto che il sesso le faceva schifo.

Lì per lì non successe niente di significativo, ma al terzo o quarto passaggio Giusy ebbe chiara nella sua mente l’immagine di un pesce. Alle mie domande su cosa quel pesce potesse significare non seppe cosa rispondere. Quindi continuai a lavorare con l’Integrazione ed al successivo passaggio Giusy rivide nella sua mente una scena di quando era bambina. Si ricordò di quando, con la mamma, accompagnava papà a pescare nelle domeniche dei mesi estivi.

Ero contento di ciò che stava succedendo, ma ancora non mi era chiaro che nesso ci fosse tra queste immagini ed il suo problema. Dopo qualche ulteriore giro di picchettamento dei punti energetici, Giusy ebbe una reazione emozionale di ansia ed agitazione ed un’immagine chiara di lei che teneva in mano un pesce vivo appena pescato, che si dibatteva vivacemente. In quella immagine c’era ansia, paura, ribrezzo e lo schifo di una bambina che aveva dovuto prendere al volo un pesce viscido che il papà non era stato capace di afferrare, in quanto il filo si era impigliato.

Giusy mi raccontò che quella situazione era capitata alcune volte quando era piccola e che ogni volta terminava quell’esperienza con tutto quel grosso carico emotivo negativo di cui riferivo poc’anzi. Mi disse anche che ogni tanto mangiava pesce ma solo se era cucinato da altri perché per lei era impossibile tenere un pesce in mano, seppur morto, se non con conseguente tempesta emotiva.

Cosa c’entra tutto questo con la sessualità? Semplice! L’inconscio, che lavora in modo analogico, aveva accomunato il pesce con il sesso maschile (lo confermò lei stessa, se pur non aveva mai pensato in questi termini) e per non fargli rivivere ogni volta tutto quel carico negativo di emozioni aveva creato tutto quel disinteresse per i rapporti sessuali, allontanandola da quella sfera per la sua totale autoprotezione. Il suo inconscio aveva raggiunto l’obiettivo, ma lo stato energetico di Giusy era certo disturbato dall’incapacità di non poter avere una relazione sessuale soddisfacente.

Dopo un altro po’ di Integrazione, lo sblocco era ormai avvenuto e le proposi di lasciar passare almeno tre settimane prima di rivederci, per permettere alla sua energia di ricomporsi e per vedere che cosa sarebbe successo nel proseguimento del tempo.

Quando ci incontrammo nuovamente, il suo viso era completamente cambiato e mi riferì che le sembrava di stare vivendo una nuova e migliore adolescenza. Lei ed il marito sembravano due innamoratini che scoprono per la prima volta le tenerezze dell’ amore e della relazione con i propri corpi. La fobia se n’era ormai andata e Giusy, entusiasta dei risultati ottenuti su questo tema, continuò a lavorare anche sugli altri problemi che mi aveva presentato in precedenza.




***** Ti auguro di incamminarti in una direzione sempre più positiva per te *****

mercoledì 4 giugno 2008

La Mente crea la Realtà - parte 2°



INTEGRAZIONE ENERGETICA
La Newsletter gratuita di Andrea Parimbelli per "liberarsi
dai pregiudizi” - n. 25 -
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Carissima/o,
nella mail precedente abbiamo parlato dei concetti fondamentali del funzionamento della mente. Per fare un riassunto sintetico possiamo dire che la Mente “vede” solo la realtà che “può” vedere (a causa dei limiti degli organi di senso e del proprio modo di pensare) ma si “convince” che ciò che ha visto, sentito o percepito è l’unica realtà possibile, cioè è vero solo ciò che ha visto (o ha creduto di vedere).

I mistici antichi lo dicevano in continuazione: la mente crea illusioni e l’unica verità risiede oltre la mente, oltre l’intelletto. Solo lì possiamo vedere la vera natura delle cose. E per noi, che siamo tutto tranne che mistici, che importanza può avere il sapere queste cose? Il conoscere il funzionamento della mente può metterci al riparo da molta sofferenza!

Ogni giorno, nel mio lavoro, ma anche al di fuori del lavoro, vedo la mente delle persone all’opera e vi posso assicurare che non è piacevole constatare quanta sofferenza produce a se stessi ed al prossimo. In altri termini possiamo dire che più siamo attaccati alla mente e più viviamo nella sofferenza. In questo caso l'attaccamento è generato dalla non conoscenza dei processi mentali.

Vediamo ora di calare tutto ciò nella realtà di tutti i giorni. Facciamo un esempio relativo al comportamento di un’altra persona. Molte volte ho sentito frasi di questo tipo: “Mio marito non mi vuole bene, non mi ama”. “E cosa c’è che non va?” chiedo io. “Non mi accarezza mai, non mi fa mai le coccole”. Sembrerebbe una frase comune, accettabile nei suoi contenuti. In realtà, contiene dei concetti distorti.

La cosa più evidente è che è diventata una convinzione “assolutamente vera” il fatto che lui non la accarezzi e che ciò voglia automaticamente dire che non le vuole bene. Molte volte ho constatato nella realtà la falsità di questa convinzione ed ho verificato che spesso esistono due modi diversi di intendere la relazione.

Lei è magari più “fisica”, più sensibile al contatto fisico, alle carezze, alle coccole. Lui è invece, per esempio, più “visivo”, gode di più la visione della sua bellezza fisica, la perfezione dei suoi lineamenti o vederla con un abbigliamento di un certo tipo. Magari, invece, è un tipo più razionale, più avvezzo alle cose pratiche, senza fronzoli. Due nature diverse, se non considerano questi aspetti, possono più facilmente “scontrarsi” piuttosto che “incontrarsi”.

Sapete qual è l’obiezione che mi viene fatta dopo questa spiegazione? “Se lui mi amasse veramente, sapendo che a me fanno piacere le coccole, me le farebbe!”. “Ma non è la sua natura” rispondo “Non gli viene spontaneo. Diventa per lui una forzatura e quindi tendenzialmente non le fa”.

Ora, vorrei concentrare la tua attenzione sulla convinzione di partenza: “mio marito non mi ama perché non mi fa le coccole”. Intanto notiamo come lei “veda” i fatti da un punto di vista “parziale”, cioè attraverso il filtro del suo modo di pensare o di vivere il mondo e, come dicevamo prima, è convinta che questo suo modo di pensare sia assolutamente vero e valido per tutti.

In seconda istanza, quando nella mente di una persona si installa una convinzione di questo tipo, tenderà a “reagire” con comportamenti di una persona insoddisfatta e delusa, mettendo in atto comportamenti di rivalsa, di ripicca, di disamore, di rabbia ecc. nei confronti del marito. Questo, a sua volta, vedendo le reazioni della moglie comincerà a pensare che non le piace più, che non le è più gradito, che non è più amato ecc. ecc. E’ molto chiaro che in un contesto del genere, più che unirsi, i due tenderanno ad allontanarsi sempre di più, non ti sembra?

Capisci ora che cosa significa che la tua Mente crea la tua Realtà? Ed il tutto è partito da una malinterpretazione creduta vera. E’ un po’ diabolico tutto ciò, ma ti assicuro che è molto molto reale e di esempi se ne potrebbero fare a decine. … :-)) mi sembra di sentire la tua vocina che dice: “ma allora cosa bisognerebbe fare nel caso riportato nell’esempio?” Diventerebbe troppo lungo dare spiegazioni in una newsletter.

I concetti che ho espresso qui, sono anche il contenuto del mio corso di Ecologia Mentale che ogni tanto tengo per i miei clienti. Sono anche uno degli aspetti contenuti nei trattamenti di Integrazione Energetica, dove si individuano ad esempio le convinzioni ed altri aspetti limitanti della persona e attraverso lo stimolo dei punti energetici si vanno a riequilibrare i processi mentali che portano a risolvere la questione.

Nella prossima newsletter parlerò di un altro aspetto di come la Mente crea la Realtà.

Un abbraccio

Andrea

aparim10@yahoo.it

PS: ti riporto un pensiero del grande maestro indiano
Swami Vivekananda: “E' il nostro atteggiamento mentale che rende il mondo ciò che è per noi. Il nostro pensiero rende le cose belle, il nostro pensiero rende le cose brutte.
Il mondo intero è nelle nostre proprie menti“. Lui è nato nel 1863. Come altri grandi maestri spirituali, aveva già capito tutto! ! ! Ora tocca a noi! :-))

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*****Storie vere

In questa sezione racconterò ad ogni newsletter un caso realmente
accadutomi che si è risolto totalmente con l'impiego dell'Integrazione Energetica.
Ecco la storia di questo numero:

Ti racconto questa storia per dirti quanto, a volte, sia sbagliato o inopportuno risolvere i sintomi dolorosi ad una persona che non vuole altro che guarire in fretta per ritornare a fare tutto ciò che faceva prima, senza affrontare la questione alla radice.

Giovanni lavorava da molti anni come operaio in una piccola ditta ed era molto apprezzato dai titolari per la sua laboriosità. Era sempre molto solerte nello svolgere le sue mansioni e non perdeva l’occasione di fare tutti gli straordinari che gli venivano richiesti. A volte addirittura si prendeva l’incarico di fare anche quei lavori di ristrutturazione dei reparti che l’azienda ogni tanto decideva di rinnovare. Era quel che si suol dire un gran lavoratore.

Lo vidi per la prima volta parecchi anni fa e mi chiese di aiutarlo a risolvere il suo mal di schiena lombare che sembrava essere nato dal nulla. Allora gli feci un paio di sedute di Massaggio Ayurvedico e tutto si sistemò per il meglio, con sua estrema contentezza. Lo rividi dopo circa due anni sempre per lo stesso problema e la situazione cominciò ad incuriosirmi, in quanto, a detta sua, questo dolore sembrava apparire senza motivo. Rifeci i trattamenti Ayurvedici e ancora il dolore sparì e Giovanni si sentì proprio bene.

Dopo un altro anno e mezzo, mi richiamò sempre per lo stesso problema e questa volta fu accompagnato dalla moglie. Dopo avermi messo al corrente che dagli esami clinici ora risultava una cartilagine che si stava spostando verso destra ed avrebbe potuto col tempo comprimere i nervi, fu proprio lei che durante il Massaggio mi spiegò che Giovanni si “ammazzava di lavoro”. Lui prontamente negò, dicendo che la moglie esagerava sempre e che poi faceva solamente il suo dovere di operaio.

Intuii che c’era qualcosa di non chiaro ed allora chiesi alla moglie di non venire la volta successiva, in modo da poter svolgere una buona indagine senza interferenze. Mentre gli praticavo il Massaggio gli feci un bell’interrogatorio chiarificatore e constatai che la moglie aveva perfettamente ragione, anzi forse era stata fin troppo cauta. Cambiai strategia ed iniziai a praticargli l’Integrazione Energetica.

Fu da subito che Giovanni mi riferì di quanto si prendesse a cuore ogni tipo di responsabilità e di quanto per lui fosse normale così e non riusciva a vedere un modo diverso di comportarsi. Si meravigliò molto e ci rimase quasi male quando gli dissi che la sua dedizione al lavoro ed il prendersi tutte quelle responsabilità era un comportamento esagerato. Comunque, continuammo a lavorare con l’Integrazione Energetica e via via cominciarono ad uscire tutti gli aspetti della questione.

Lui era convinto nel profondo che per essere bravo, per essere accettato ed amato, doveva darsi da fare oltre ogni limite. Aveva ereditato e fatti suoi gli insegnamenti dei suoi genitori, che avevano avuto grosse difficoltà durante il periodo dell’ultima guerra e si erano letteralmente spaccati la schiena di lavoro per riuscire a sopravvivere. Avevano coinvolto Giovanni già da bambino, che dopo l’orario scolastico oltre ai compiti dava sempre più che una mano ai suoi genitori nello svolgere i più svariati lavori, necessari per il bene della famiglia.

Con l’Integrazione Energetica, Giovanni riuscì a lasciar andare queste sue convinzioni e modelli di comportamento in poco tempo e riuscì a concedersi un po’ di riposo in più ed un bel po’ di straordinarie in meno, con somma felicità della moglie, che finalmente riusciva ad averlo in casa ed in compagnia per ore, cosa che prima avrebbe potuto essere solo un miraggio.

Rividi la moglie dopo qualche anno, e mi confermò che Giovanni stava bene e che i dolori non gli erano più venuti. Inoltre mi disse che da allora, ogni anno facevano almeno 15 giorni di ferie insieme e che ciò le sembrava un sogno, che ora però è diventato realtà.



***** Ti auguro di riscoprire la tua innocenza *****

giovedì 15 maggio 2008

La Mente crea la Realtà - parte 1°


INTEGRAZIONE ENERGETICA
La Newsletter gratuita di Andrea Parimbelli per ”dirigere
la propria mente” - n. 24 -
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Invita i tuoi amici ad iscriversi a questa newsletter,
mandando una mail a aparim10@yahoo.it con oggetto ISCRIVIMI I.E.
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Carissima/o,
il titolo di questa newsletter è singolare, non ti sembra?
Che cosa significa che la mente crea la realtà? Ora ti spiegherò perché e come avviene.

Al nostro cervello arrivano informazioni in ogni momento della giornata e queste informazioni arrivano direttamente attraverso i nostri organi di senso: occhi, orecchi, naso, bocca, pelle. E’ attraverso i sensi che veniamo in contatto con tutto ciò che è esterno a noi.

Devi sapere che i nostri sensi umani sono organi che non riescono a percepire “tutto” della realtà esterna. Infatti le nostre orecchie percepiscono solo i suoni che sono compresi tra una frequenza che va da 20 a 20.000 Hertz ed i nostri occhi, ad esempio, riescono a percepire solo le tonalità di colore che vanno dal rosso al viola e ad esempio non riescono a vedere gli infrarossi o gli ultravioletti oppure i raggi X o i raggi gamma, che pure esistono in natura, ma noi non ne siamo consapevoli in quanto i nostri occhi hanno una visione limitata.

Ora, dove sta il punto importante? La questione fondamentale è che la mente “crede” che ciò che vede, sente e percepisce sia la sola realtà esistente. La nostra mente ci “convince” che ciò che vede ecc. sia l’unica realtà vera e reale.

In realtà……. esistono altre realtà :-))) ! Ti è piaciuto il giochetto di parole? Ora vengo al dunque. Non solo esistono altri tipi di percezione sensoriale, ma esiste al fondo di ogni cosa uno stato energetico che accomuna tutto e tutti.

Andiamo per gradi. Gli altri tipi di percezione sensoriale appartengono al mondo vivente non umano. Sappiamo ad esempio che alcuni insetti vedono principalmente gli oggetti o gli esseri attraverso la percezione dei campi di calore. Quindi, se un oggetto o essere è caldo, vedono una zona rossa, che degrada al blu dove invece c’è più freddo. Come ci comporteremmo noi umani se vedessimo la realtà in questo modo? Sono certo che sarebbe diverso il nostro modo di pensare e soprattutto di agire. Saremmo coscienti di cose che ora per noi sono impensabili e ciò modificherebbe il nostro modo di rapportarci alla realtà. E’ un po’ come dire che, cambiando i nostri sensi, cambierebbe anche il nostro modo di affrontare la realtà.

Poi, esiste un’altra questione, ancora più profonda. Gli antichi saggi di ogni epoca, soprattutto i più evoluti, ed i nostri scienziati odierni più avanzati, ci hanno e ci stanno mettendo al corrente che esiste una realtà nel profondo di ogni cosa: l’energia. Gli antichi ci erano arrivati attraverso anni di pratiche spirituali intense e gli scienziati odierni, andando alla scoperta del mondo dell’atomo e successivamente del mondo subatomico, sono arrivati a capire che al fondo di ogni cosa ci sono particelle infinitesimali che non hanno una massa ma sono solo vibrazione continua. Queste particelle esistono in ogni cosa, sono una specie di rete che permea qualsiasi cosa esistente nel creato. E’ un’energia molto sottile ed invisibile, ma è la madre e matrice della creazione.

Ora, cosa c’entra tutto ciò con la nostra mente? Tornando al discorso iniziale, essendo i nostri sensi imperfetti, la nostra mente non riesce a percepire questa realtà profonda che “lega” ognuno di noi e tra l’altro ci “convince” che tutto ciò che esiste è separato, cioè: io sono io, il prato davanti a casa mia è separato da me, gli oggetti che sono intorno a me sono totalmente separati da me. In realtà, ciò è una menzogna, in quanto ora sappiamo che questa “energia” profonda “lega” e “comunica” con tutte le cose esistenti nel creato.

Il gioco della mente quindi, è quello di creare illusioni, non perché siamo imbecilli, ma semplicemente perché la mente “crede” vero, assolutamente inequivocabile che ciò che vede sia l’unica realtà esistente, ma ora sappiamo che non è così.

Ti ho stancato con tutta questa polpetta di informazioni? Ok, per ora termino qui, ma nella prossima newsletter, continuerò il discorso e vedremo come ciò agisce spesso nella nostra vita privata in modo deleterio, proprio per questa mancata conoscenza di base. Poi, proverò a spiegare anche come l’Integrazione Energetica può essere utile per cambiare questi “errori” della mente.


Un grande abbraccio

Andrea

aparim10@yahoo.it

PS: essendomi dilungato molto con queste spiegazioni, il consueto appuntamento con la sezione “Storie vere” è rimandato al prossimo numero.



***** Ti auguro di riuscire a focalizzarti su tutto ciò che di buono esiste nell’universo*****

domenica 20 aprile 2008

Le Etichette

INTEGRAZIONE ENERGETICA
La Newsletter gratuita di Andrea Parimbelli per "elevarsi oltre i propri confini” - n. 23 -
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Carissima/o,
per prendere in considerazione l’argomento che tratterò in questa newsletter ti devo spiegare prima una cosa. Nel nostro cervello esistono delle funzioni che permettono di individuare immediatamente ciò che appare di fronte a noi. Per spiegarmi meglio: se davanti ai nostri occhi appare un oggetto che ha la forma di un fiore con petali rossi e vellutati, alla fine riconosceremo che è una rosa, ad esempio. Com’è avvenuto questo processo?

Innanzitutto c’è un organo che ha captato quelle forme e quei colori, cioè l’occhio, il quale ha trasmesso a sua volta questi messaggi ad un’altra parte del cervello, la memoria. Questa riesce a riconoscere quell’oggetto come rosa, in quanto ha immagazzinato in precedenza i dati relativi a quel tipo di fiore. Possiamo dire in altro modo che la memoria ha “etichettato” quei dati dandogli il nome di rosa.

Fin qui tutto bene. Sono le normali funzioni del nostro cervello. Ma cosa avviene quando noi, coscientemente attribuiamo un’etichetta a qualcuno o a qualcosa, anche a noi stessi (“Quello è un incapace”, “Lei è insensibile”, “Questo compito è gravoso”, “Sono un fallito”)? Qui la situazione si complica, in quanto tenderemo a comportarci con quella persona o situazione partendo proprio da quell’etichetta.

Facciamo un esempio. Se io considero il mio capufficio uno “stronzo” (scusate il francesismo :-) ), tenderò a relazionarmi con lui partendo da questa idea che mi sono fatto di lui. Ora, può una persona sempre e comunque, in ogni aspetto, in ogni condizione, in ogni ambiente, in ogni momento, essere sempre e solo stronza?
La risposta è NO. Semplicemente ho generalizzato alcuni episodi che mi sono accaduti con lui e gli ho dato una connotazione di totalità.

Però, è proprio questo che ho comunicato alla mia coscienza/inconscio: “guarda che quella persona è (sempre) stronza”! Ora se ho comunicato ciò al mio cervello, questo metterà in opera una serie di comportamenti adeguati a rispondere alle persone “stronze”. Come potete immaginare, le risposte non saranno ne garbate, né gentili, né rilassate e probabilmente non terranno neanche conto del contesto, della situazione, del momento ecc. ecc. Il capufficio in questione, vedendosi arrivare delle risposte/comportamenti di questo tipo, si sentirà ancora più autorizzato ad essere maggiormente “stronzo”. Ciò genererà una spirale sempre più degradante di comportamenti reciproci negativi che, come potete immaginare, non prometterà niente di buono né di costruttivo.

Tutto ciò vale anche per le situazioni. Se considero un problema “impossibile” da risolvere, starò dicendo al mio cervello: “è inutile che cerchi soluzioni, tanto non ne troverai mai”. Quale potrebbe essere un modo migliore di affrontare la situazione?
Ad esempio, porsi in un atteggiamento di possibilità: “Come posso risolvere al meglio questa situazione?” “Cosa posso fare per risolvere positivamente per me e per gli altri questa situazione?” Questo è il modo migliore per affrontare ogni questione nella vita, dando impulsi creativi alla nostra mente.

Da oggi in poi, ti invito a togliere tutte le “etichette” che hai affibbiato a cose, persone e situazioni ed a valutare di volta in volta, caso per caso, ciò che è meglio fare per il bene di tutti.

Buon lavoro, …cioè… buon divertimento! Ma se proprio non ci riesci, e ciò ti crea problemi, beh, hai ancora una buona possibilità: una o più sedute di Integrazione Energetica!

Un abbraccio

Andrea

aparim10@yahoo.it

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*****Storie vere

In questa sezione racconterò ad ogni newsletter un caso realmente accadutomi che si è risolto totalmente con l'impiego dell'Integrazione Energetica. Ecco la storia di questo numero:

Battista è un amico di una mia carissima amica d’infanzia ed un giorno decise di venire da me per sottopormi una questione di salute che lo disturbava ormai da diversi anni. Aveva dei problemi a carattere neurologico non ben identificati. Di tanto in tanto aveva un dolore dentro la testa che appariva un bel momento,
senza preavviso e senza apparente causa e poteva durare anche giorni. Inoltre diventava rosso in viso e ciò gli dava l’aspetto di un avvinazzato.

Dagli esami clinici compiuti, si era evidenziato una specie di gonfiore infiammatorio in una zona del cervello, ma i medici non avevano saputo dire con esattezza di cosa si trattasse ed anche le terapie andavano nella direzione di portare un po’ di sollievo, ma non certo di guarire da quella situazione.

Impiegai un po’ di tempo nel colloquio iniziale, soprattutto in relazione al capire “quando” era iniziato quel problema: Battista sembrava non avere nessun tipo di riferimento in merito, se non che era da qualche anno. Pensai bene di iniziare a fare un po’ di lavoro sul respiro e sui punti energetici e qui si sbloccarono le resistenze iniziali. Ad un certo punto, era come se i cassetti della memoria si fossero aperti spontaneamente, portando le informazioni una dopo l’altra.

Battista ricordò che la prima volta aveva avuto questi sintomi prima che nascesse il suo primo ed unico figlio. Poi ricordò di aver avuto dei litigi piuttosto sostenuti con sua moglie, in quanto lui non se la sentiva di diventare padre. Destino volle che Marco, il figlio, sembrava essere arrivato per uno scherzo del destino.

Continuando con l’Integrazione Energetica, Battista prese contatto con la sua profonda rabbia, fin qui debitamente trattenuta e nascosta, che era nata con la nascita del figlio ed era poi continuata anche dopo, soprattutto quando il bimbo non lo faceva dormire di notte. In tutti questi frangenti, lui viveva un sentimento ambivalente: da un lato era molto arrabbiato, ma dall’altro non se la sentiva di esprimere la sua rabbia con una creatura così piccola ed indifesa.

Il conflitto era presente, l’emozione non poteva essere espressa ed i suoi sintomi mimavano proprio questa rabbia trattenuta. Fu una fantastica sorpresa per Battista rendersi conto, alla fine dei trattamenti, che non solo il suo quasi odio era scomparso, ma che ora riusciva ad amare suo figlio come non era mai successo prima, con notevole sollievo anche della moglie.

Ed i sintomi? Sciolti come neve al sole. Una volta tolte le radici, le piante infestanti non crescono più, non è vero?



***** Ti auguro di vivere libero da pregiudizi verso gli altri e verso te stesso *****

sabato 29 marzo 2008

I Pregiudizi

INTEGRAZIONE ENERGETICA
la Newsletter gratuita di Andrea Parimbelli per "decidere di migliorarsi" - n. 22 -
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Carissima/o,
come avrai notato, stavolta la newsletter è uscita un po’
in ritardo per via delle feste pasquali.
In questo periodo, mi sono preso un po’ di pausa anch’io, non per fare vacanza, ma per partecipare ad un seminario di approfondimento, che riguardava le tematiche a me care: la mente ed i suoi dintorni.

Comunque, procediamo prendendo in esame un altro
grande limite nel realizzare i nostri obiettivi: il pregiudizio. Spieghiamo meglio di cosa si tratta. Pregiudizio può essere “giudicare” ancora prima che una situazione venga vissuta oppure giudicare una situazione a partire da una esperienza precedente. Esso fa capo ad una funzione della nostra mente che serve a far bagaglio di ciò che è successo nel nostro passato. Attraverso un’esperienza che abbiamo già fatto, immagazziniamo nella nostra memoria una qualche idea relativa a quella esperienza.

Ora, la nostra vita consiste non solo nel fare sempre nuove esperienze, ma anche nel fare le stesse esperienze con occhi nuovi, con modalità diverse, con atteggiamenti inediti. Il pregiudizio va contro tutto questo: crea staticità, apatia, appiattimento ecc. E’ un po’ come guardare la realtà con un paio di occhiali sempre dello stesso colore, che guardacaso, molto spesso è il grigio.

Dove sta il vero problema? Il problema consiste nel fatto che la persona che ha pregiudizi non si accorge di averne e ritiene di avere una semplice idea della situazione. Di solito si sa già com’è o come va a finire e per questo non si è più disposti a fare esperienza.

Nel campo dei pregiudizi ci sono anche i luoghi comuni, le superstizioni, la morale, le discriminazioni e tutte quelle idee che ci facciamo su oggetti, persone, abitudini, comportamenti ecc. Per dirla in altri termini il pregiudizio è l’esatto opposto della creatività. Dove il pregiudizio chiude, ferma, limita, imprigiona, costringe, la creatività espande, accresce, rinnova, sviluppa e ricrea.

Se vi trovate a dire: “lo so già come va a finire”, “sono troppo vecchia per trovare un lavoro”, “è inutile provare” “non migliorerò mai” o frasi di questo tipo, ovviamente limitanti, state mettendo all’opera un bel pregiudizio, e questo, fedele alla linea, esaudirà la vostra richiesta! ! !

L’Integrazione Energetica è davvero ottima nello scardinare questo genere di problemi, lavorando come sempre sulla radice della questione (anche se sconosciuta). A volte, di fronte a pensieri di questo tipo che diventano poi convinzioni profonde, ci si impiega un po’ più di tempo del solito, ma i successi sono in verità frequentissimi.

Un abbraccio

Andrea

aparim10@yahoo.it


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*****Storie vere

In questa sezione racconterò ad ogni newsletter un caso realmente accadutomi, che si è risolto totalmente con l'impiego dell'Integrazione Energetica.
Ecco la storia di questo numero:

Fausto è una persona mite, di buon animo ed un giorno mi consultò perché era un periodo che si sentiva strano, stanco, stressato ed inoltre aveva degli sbalzi di pressione sanguigna, che spesso gli causavano dei violenti mal di testa ed incapacità di concentrarsi e svolgere il proprio lavoro.

Era indeciso se chiedermi di fare qualche seduta di Massaggio Ayurvedico o qualcos’altro in quanto non riusciva a capire bene i termini della sua condizione attuale. Come sempre, cominciai a chiedergli un po’ di informazioni generali su di lui e sulla sua vita. Emerse quasi subito che, il suo campo di battaglia era in ambito lavorativo.

Mi raccontò che aveva un principale un po’ burbero con il quale non andava per niente d’accordo ed ogni giorno c’era un motivo per qualche scontro. In particolare Fausto si lamentava in quanto il suo capo aveva l’abitudine di caricarlo di lavoro. Così, lui andava in panico e tornava tramortito dalla sua giornata lavorativa.

Lavorammo con l’Integrazione Energetica, su tutti i risvolti emotivi coinvolti nella sua situazione lavorativa. Ci passai un bel po’ di tempo, in quanto gli aspetti erano molti. Purtroppo i risultati non furono granché ed allora dovetti indagare ulteriormente con domande sempre più specifiche e profonde.

Ad un certo punto gli chiesi: “Cosa pensi della tua situazione lavorativa?”. Mi rispose: “Bisogna rassegnarsi, io ho bisogno di lavorare e lui è il padrone”. Poi si commosse e tra le lacrime mi disse: “Ma cosa vuole che faccia, oltre a tutto quello che faccio già?” A quel punto mi parve di aver capito tutto: Fausto era in preda ad una convinzione limitante che minava i suoi rapporti col principale.

Lavorai speditamente proprio su questo “suo” aspetto, sul suo modo di comportarsi da sottomesso, sulla sua incapacità di agire anziché di “reagire”. Fu la carta vincente. Pian piano emersero tutti quei suoi modi di pensare e di cedere alle pressioni esterne senza interagire alla pari, senza argomentare le sue ragioni in modo proficuo.

Durante le sedute di Integrazione Energetica, Fausto dissolse tutti quegli atteggiamenti sottomessi e perdenti che si portava dietro da anni. Via via sentì aumentare l’energia e la sicurezza dentro di sé, al punto che un giorno chiese un colloquio col suo principale e trovò la forza di spiegargli tutti i motivi dei suoi malesseri lì dentro.

Il datore di lavoro rimase un po’ sbigottito in quanto non aveva mai capito che Fausto si trovasse male sul posto di lavoro e pensava che i loro diverbi fossero ordinaria routine quotidiana. Siccome teneva a Fausto, si dimostrò disponibile a modificare alcune cose nell’organizzazione del lavoro ed anche alcuni suoi comportamenti. La tranquillità ritornò sovrana e lui cominciò a stare decisamente meglio in salute.

Questo è l’ennesimo esempio di come, a volte ci si focalizzi sulle colpe altrui senza considerare che alla fine siamo noi stessi a generare un certo problema.
I nostri comportamenti e le nostre azioni seguono pari pari ciò che è registrato nei nostri pensieri ed emozioni. Se questi sono disturbati, le nostre relazioni ne risentono e saranno disturbate a loro volta.
 

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