giovedì 23 ottobre 2008

Ecologia delle Emozioni



INTEGRAZIONE ENERGETICA
La Newsletter gratuita di Andrea Parimbelli per ”rielaborare la propria vita ” n. 30 - Ecologia delle emozioni
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Carissima/o,
mi è arrivata via mail una domanda a cui, come sempre, rispondo pubblicamente: “Non è pericoloso lasciar fluire liberamente le emozioni?”
E’ una bella domanda, ed allo stesso tempo è una domanda molto comune. Purtroppo nella nostra vita non esiste nessuno che ci insegna un’educazione emozionale e quindi, da questo punto di vista, siamo lasciati allo sbando.

La risposta è: no, non è pericoloso. Ma c’è una condizione. Esprimere le proprie emozioni è del tutto salutare se la persona non ha creato nel tempo, dentro di se, degli accumuli tali da essere paragonati al vapore che esiste in una pentola a pressione che bolle da un bel po’. Esprimere emozioni che sono state accumulate per molto tempo può fare lo stesso effetto di una pentola a pressione che esplode. Per riequilibrare queste situazioni ci sono i trattamenti di Integrazione Energetica, che riportano facilmente lo stato energetico al suo stato fisiologico. E’ facile riconoscere questi stati interni, in quanto, quando anche solo pensiamo ad una situazione che ci disturba, dentro di noi sentiamo salire un’emozione così forte da far fatica a controllarla, anche se tendiamo a reprimerla. In questi casi siamo in totale squilibrio emozionale.

Per chi non è in queste condizioni, l’esprimere le emozioni è del tutto naturale; oltretutto, sono il sale della vita e sono l’espressione del naturale fluire della nostra energia nei vari distretti nel corpo.
Se, come abbiamo già fatto, paragoniamo il nostro stato emozionale al mare, le nostre emozioni ordinarie sono come le onde che ci sono sempre e che sono la caratteristica del mare. Il mare in burrasca invece, è il corrispettivo dei nostri stati emotivi disturbati in cui le onde gigantesche e potenti possono far disastri anche notevoli. Pensa ad esempio alle notizie che si sentono molto spesso nei telegiornali di famiglie intere ammazzate da uno dei suoi componenti: questi sono i tipici casi di accumuli emotivi che quando si esprimono producono disastri, proprio come il mare in burrasca che travolge tutto ciò che si trova nelle vicinanze.

Per riprendere la mail precedente, si può dire che gli accumuli emozionali si verificano là dove è stato dato un giudizio negativo sulla possibilità di espressione di quella emozione. Vi assicuro che c’è sempre un modo per lasciar fluire le emozioni, anche nelle condizioni peggiori, ma molto spesso non ne vediamo neanche uno (forse proprio perché abbiamo già dato un giudizio negativo) ed allora tratteniamo al nostro interno questa forza propulsiva, la quale inizia a produrre danno.

Siamo di fronte ad una situazione emozionale pericolosa, solo quando abbiamo fatto questa operazione di trattenimento molte molte molte volte nella nostra vita, cioè ci siamo sempre impediti di esprimere quella data emozione. Ciò è molto più frequente nell’infanzia che nell’età adulta. Un adulto dovrebbe essere stato in grado di acquisire la capacità di scaricare o sfogare le proprie emozioni in qualche modo, fosse anche solo tirare dei calci ad una palla o picchiare i pugni su un cuscino. Per un bambino è già un po’ più difficile, in quanto il bambino o si esprime o si reprime e non ha ancora la capacità di elaborare altre strategie, specie se è molto piccolo. Chi presenta degli accumuli emozionali notevoli, spesso ha qualche blocco che proviene dal periodo infantile.

Molto interessante è anche prendere in considerazione la relazione che esiste tra i pensieri e le emozioni: c’è sempre un pensiero od un modo di pensare dietro ad una emozione. Quindi l’educazione emozionale passa anche attraverso l’educazione dei nostri pensieri.

Nel Corso di Ecologia Mentale che si terrà a breve (il 9 novembre, ricordi?), impareremo a riconoscere i nostri pensieri distruttivi e come cambiarli. Cambia i pensieri per cambiare le emozioni!

Un abbraccio

Andrea

aparim10@yahoo.it

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*****Storie vere

In questa sezione racconterò ad ogni newsletter un caso realmente accadutomi,
che si è risolto totalmente con l'impiego dell'Integrazione Energetica.
Ecco la storia di questo numero:

Quando incontrai per la prima volta Riccardo, ebbi l’impressione di trovarmi davanti una persona denutrita, che non aveva sufficiente nutrimento per il proprio vivere. Era così magro da lasciar intravedere tutte le ossa. In effetti Riccardo aveva avuto molti problemi di salute negli anni precedenti ed ora stava discretamente bene anche se certamente non in ottime condizioni. Arrivò accompagnato dalla sua attuale moglie e mi chiese se riuscivo a dargli un aiuto perché si sentiva privo di energia in generale ed anche, come mi disse lui, “non si sentiva più un uomo”.

Parlammo a lungo, in quanto Riccardo mi raccontò di tutte le sue innumerevoli malattie e disturbi, degli interventi subiti e di tutte le terapie che aveva dovuto fare. Quando gli chiesi in che momento della sua vita erano cominciati a comparire i suoi disturbi, ammutolì ed a quel punto sua moglie mi riferì che avvenne tutto dopo che la sua precedente moglie l’aveva lasciato per un altro uomo.

Mentre la moglie mi raccontava, lui era rigido, teso, inespressivo e ad un certo punto iniziò pure a tremare leggermente. Sua moglie mi disse che con la precedente moglie Riccardo aveva un attaccamento particolare, era il sogno della sua vita, era uno di quegli amori idilliaci che capitano una sola volta nella vita,
e dopo diversi anni di felice unione se n’era andata, lasciandolo nello sconforto più totale e privo di rassegnazione.

Dissi a Riccardo che avrei preferito fosse lui a raccontarmi ciò che avvenne, perché per me era importante sentire come e cosa esprimeva mentre parlava dei suoi problemi. Mi rispose a monosillabi, tremante, teso ed impalato com’era, faceva fatica a far uscire la voce. Il ricordo di quel dolore lo bloccava e probabilmente cercava di tenerlo sotto controllo per non risentire quel profondo dolore che avrebbe potuto farlo impazzire.

Per me, era già sufficiente tutto ciò, ed incominciai a praticargli una tecnica di Integrazione Energetica. Era rigidissimo anche da disteso, sembrava impaurito ed all’inizio non gli veniva neanche di chiudere gli occhi. Sembrava voler controllare tutto ciò che io facevo. Non c’era un punto del suo corpo che gli stimolavo che non gli facesse male, anche se era un dolore sopportabile.

Dopo qualche minuto di trattamento, cominciarono a scorrergli le lacrime dagli occhi e via via iniziò a singhiozzare sempre di più e sempre più animatamente. Il suo corpo era un sussulto unico; non c’era parte di esso che non fosse in movimento sotto la spinta dei suoi singhiozzi. Andò avanti per parecchi minuti in questo modo, finché lentamente l’onda di dolore passò e quando si riprese riuscì a dirmi. “Era come se quell’abbandono mi avesse distrutto la vita, come se la mia anima mi avesse abbandonato”.

Era molto scosso Riccardo, ma adesso cominciava ad apparire evidente una maggiore distensione e serenità, tant’è che riusciva a parlarmi mentre prima no.
Mi riferì che prima sentiva una specie di grosso, grosso nodo alla bocca dello stomaco e che ad un certo punto aveva cominciato a sentire come se quella parte si aprisse e riversasse dentro di lui un’onda di veleno che si sparse in tutto il corpo. Poi quel potente dolore iniziò a diminuire ed ora si sentiva come appena uscito da una centrifuga ma molto più tranquillo e quasi sereno.

L’Integrazione Energetica, anche questa volta, aveva fatto saltare il tappo dei blocchi emozionali e questo avvenimento stava portando Riccardo a riappropriarsi della sua energia e soprattutto della sua vita.

Per recuperare il suo stato di deperimento, fu determinante l’utilizzo dell’Integrazione Energetica, ma dovetti affiancare anche qualche trattamento di Massaggio Ayurvedico per ripristinare l’equilibrio del suo corpo, ormai veramente molto provato da anni di tensioni profonde. Inoltre, gli preparai anche un flacone di Fiori di Bach per ripulire il suo sistema energetico e stabilizzare i cambiamenti che erano avvenuti con l’Integrazione Energetica.

Qualche mese dopo il termine dei nostri incontri, mi telefonò sua moglie, confermandomi che Riccardo aveva recuperato diversi chili di peso ed ora stava molto bene. Inoltre, anche la loro relazione andava molto bene, in quanto quando si erano sposati era lei ad essere innamorata, mentre lui aveva acconsentito ma il suo comportamento era sempre stato molto freddo e distaccato fino ai tempi recenti, mentre ora lei si sentiva corrisposta nel suo amore. Terminò con questa frase molto significativa: “La vita così, è tutta un’altra cosa”. Niente male, vero?



***** Ti auguro di vivere nella gioia delle tue relazioni affettive *****

giovedì 2 ottobre 2008

Emozioni, giudizi e volere



INTEGRAZIONE ENERGETICA
La Newsletter gratuita di Andrea Parimbelli per ” ritrovare la poesia
della vita ” - n. 29 - Emozioni, giudizi e volere
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Carissima/o,
come inizio, vorrei rispondere pubblicamente ad una domanda che mi è pervenuta: “Come si può rimpinguare la propria energia interna?”

Per quanto riguarda le tecniche che uso, è un processo che avviene da se. Noi abbiamo già una quantità di energia abbondante al nostro interno, ma molta di questa viene trattenuta o meglio bloccata nelle nostre strutture psicosomatiche interne, relative a paure, blocchi emozionali, modelli negativi, traumi ecc. Risolvendo via via queste strutture attraverso le tecniche di Integrazione Energetica, si libera una maggior quantità di energia, che diventa disponibile per la persona stessa e di solito va a depositarsi proprio dove c’è maggior carenza, creando un nuovo e migliore equilibrio.

Nella newsletter scorsa si parlava di emozioni negative che diventano programmi limitanti ed avevamo tralasciato di parlare di giudizi e volontà. I giudizi (ma anche i pregiudizi) e la volontà o volere sono strettamente legati tra di loro. All’inizio della mail ci si chiedeva come mai dividiamo le emozioni in positive e negative. Ebbene solitamente giudichiamo positive le emozioni che ci portano piacere e negative quelle che ci portano dolore o sofferenza. Ma è proprio sempre vero o è solo una delle nostre tante interpretazioni?

E’ comunque un’interpretazione nostra. In questo modo, abbiamo già installato un programma nel nostro biocomputer, che è il cervello. Abbiamo ad esempio giudicato le emozioni negative come inaccettabili e quindi da evitare come la peste e le emozioni positive come le uniche degne di essere vissute.

All’apparenza sembrerebbe che ciò sia una cosa normalissima; in realtà nasconde un profondo errore. Quando noi rifiutiamo di provare sofferenza stiamo allo stesso tempo rifiutando di provare piacere perché il canale è lo stesso. E come dire che attraverso i fili della linea telefonica arrivano telefonate positive e negative; se stacco i fili per non ricevere più le telefonate negative, automaticamente non riceverò più neanche quelle positive. Nel nostro corpo non succede proprio esattamente la stessa situazione ma dei processi molto molto simili.

Pensiamo per un momento ad una situazione in cui una persona reagisca con sofferenza e ad un certo punto la persona decida: “non voglio più soffrire”. Che cosa scatta nel momento in cui prende questa decisione? Il nostro cervello registra la nostra decisione e comincia a chiudere i canali delle sensazioni (sono canali nervosi ed anche muscolari: ecco l’origine di alcune tensioni e dolori).
Il risultato di tutto ciò sarà ad esempio una ridotta o annullata sensazione del dolore e di conseguenza anche del piacere.

Molte volte ho incontrato persone che mi hanno detto: “Non provo più piacere nella vita. Tutto mi sembra spento, privo di significato ed interesse”. Alla mia domanda su cosa potesse essere la causa di ciò mi è sempre stato risposto con un “non so”. Ad una ulteriore indagine verbale, sono emerse spesso situazioni di questo tipo.

Questo è solo un esempio, in quanto le reazioni alle nostre decisioni profonde sono innumerevoli, ma tutte comunque riduttive della nostra vitalità e creatività. Attraverso le sedute di Integrazione Energetica si va ripulire il nostro campo energetico ed a riequilibrare le reazioni automatiche che abbiamo innescato con i nostri giudizi, pregiudizi ed errate volontà.

A volte la sofferenza è un grande maestro, perché (se non la neghiamo), può renderci consapevoli di errori che apparentemente non vediamo o non riusciamo a capire. Non sarebbe necessario utilizzare il dolore come strumento di comprensione se fossimo un po’ più saggi e aperti all’ascolto interiore.

Un abbraccio

Andrea

aparim10@yahoo.it

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*****Storie vere

In questa sezione racconterò ad ogni newsletter un caso realmente accadutomi, che si è risolto totalmente con l'impiego dell'Integrazione Energetica. Ecco la storia di questo numero:

Maria è una mia vecchia conoscenza, ma erano molti anni che non la vedevo. Un giorno mi chiamò per fissare un appuntamento e durante il colloquio mi disse che negli ultimi tempi si sentiva molto stanca e non riusciva a riprendersi neanche dormendo di più. Mi disse anche di sentire molta pesantezza alle gambe e che il medico le aveva riscontrato una situazione di varici dilatate. Non era ancora molto grave la situazione delle gambe ma avrebbe potuto diventarla.

Iniziai a fare un po’ di trattamento con l’Integrazione Energetica proprio sui suoi sintomi, e lei continuava ad avvertire questo senso di pesantezza ma niente di più.
Mi disse che certi giorni sentiva le gambe talmente pesanti che doveva trascinarsele dietro per poter svolgere le sue mansioni.

Queste sue frasi risvegliarono la mia attenzione ed allora le chiesi: “Che situazione c’e nella tua vita che è così pesante e che stai trascinando da tempo?” Rimase un po’ stupita della domanda e diventò improvvisamente riflessiva. Dopo qualche minuto mi disse che era la sua situazione di lavoro.

Maria era impiegata in un ufficio, ma era un posto di lavoro che non le piaceva perché era caotico e mal organizzato. Inoltre doveva svolgere mille mansioni contemporaneamente: doveva rispondere alle esigenze del suo capo, ascoltare i clienti e le loro richieste, rispondere al telefono, preparare i documenti fiscali, fare da tramite tra il personale ed il capufficio e molte altre cose ancora.

Tutto ciò le creava molta frustrazione (il suo principale non intendeva fare niente per migliorare quella situazione) ed anche molto stress in quanto non riusciva mai a completare ciò che stava facendo, perché veniva continuamente interrotta dagli squilli del telefono, dai clienti, dal capufficio, dai dipendenti ecc.
A seguito di ciò, ogni mattina era un grande peso per lei recarsi al lavoro e sentiva quindi anche molta avversione. Era diventata pigra e demotivata anche nella sua vita privata.

Lavorammo con l’Integrazione Energetica su tutti questi numerosi aspetti che le creavano disagio nella vita lavorativa: le avversioni, lo stress, le relazioni col capufficio, i clienti ed i dipendenti. Già alla seconda seduta, Maria mi riferì di sentirsi meglio e di aver affrontato le giornate lavorative con un po’ più di leggerezza, e che erano anche migliorate alcune relazioni con le persone che vedeva abitualmente.

Continuammo il lavoro iniziato, facendo altra Integrazione sulla sua pigrizia, la sua scarsa elasticità, il suo atteggiamento interiore nell’affrontare il lavoro e tutte le sue resistenze. Alla fine Maria mi disse che si sentiva veramente “mooolto leggera” ed aggiunse anche non aveva mai pensato a quanti problemi ci portiamo dietro e che i nostri atteggiamenti negativi fanno andare male le situazioni esterne. Questo era per lei fonte di molto stupore. Inoltre, non avrebbe mai pensato che i suoi problemi alle gambe potessero dipendere dalla sua situazione di lavoro.

Poi mi fece scoppiare in una sonora risata quando mi disse: “Bravo Andrea, se non ci fossi, bisognerebbe inventarti!”. Come si fa a non ridere con una frase del genere?




***** Ti auguro di lasciar fluire tutte le tue emozioni *****
 

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