venerdì 12 settembre 2008

Emozioni... negative?


INTEGRAZIONE ENERGETICA
La Newsletter gratuita di Andrea Parimbelli per ”ribilanciare i propri stati d’animo ” - n. 28 -
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Carissima/o,
hai mai pensato che in ogni momento della nostra vita viviamo emozioni? Già, ma per noi è talmente naturale che neanche ci si pensa. L’emozione è presente in ogni istante ed è naturale che sia così; dal momento che abbiamo continuamente pensieri, abbiamo di conseguenza anche emozioni.

Negli incontri di Integrazione Energetica, ciò su cui si lavora di più sono le emozioni negative. Ma perché abbiamo diviso le emozioni in positive e negative? In realtà, le emozioni sono come le onde del mare, dovrebbero fluire con naturalezza dentro e fuori di noi, proprio come il mare utilizza le onde per mantenere il proprio equilibrio. Anche gli animali vivono le emozioni in modo naturale.
E perché, per l’uomo moderno ciò non è per niente naturale?

Già, c’è un qualcosa che turba questa naturalezza. E che cosa sarà? Sono ben tre cose che noi umani mettiamo in atto: il giudizio, il volere ed i modelli appresi. Partiamo da questi ultimi.

Dal concepimento in poi noi accumuliamo esperienze e queste esperienze costruiscono i nostri modelli di comportamento. Che cosa significa? Quando noi facciamo un’esperienza ne traiamo un “insegnamento” e questo rimane registrato nel nostro cervello, come il programma di un pc, finché non interviene una seconda esperienza che mi fa modificare o cambiare quel tipo di insegnamento o programma.

Se, ad esempio, da bambino ho appoggiato una mano su una stufa bollente e mi sono scottato, il mio cervello registrerà quell’evento come pericoloso e ne trarrà un insegnamento: “abbi paura di tutto quanto emette calore”.
Fin qui potrebbe andare tutto bene. Già, ma cosa ne sarebbe se il trauma emotivo fosse stato talmente forte che ci viene il terrore anche solo ad entrare in una stanza dove è presente una stufa accesa o qualcosa di simile?

Ecco che quell’insegnamento, quel programma, diventa deleterio e controproducente per noi e ci impedisce di fare cose che normalmente tutti fanno ed è normale fare. In altre parole, limita la nostra libertà, la nostra possibilità di scelta, il nostro piacere.

Come abbiamo detto molte volte in queste mail, questi generi di programmi emozionali rappresentano uno squilibrio nel nostro sistema energetico e lo squilibrio rimane finché non ribilanciamo le nostre energie o, per meglio dire, non cambiamo o sostituiamo il programma negativo.

A volte è molto difficile fare questa operazione, perché il programma si è ormai stabilizzato nelle nostre parti inconsce e non riusciamo più neanche a vederlo, soltanto ne subiamo gli effetti. Di conseguenza, rispondiamo al classico concetto di azione-reazione: succede un avvenimento-rispondo con quella precisa reazione, sempre quella.

Con l’Integrazione Energetica è possibile ribilanciare il nostro campo
energetico e ristrutturare in modo positivo i nostri programmi interiori nel modo migliore per noi.

Ok, siamo andati un po’ lunghi e, a questo punto, direi di rimandare alla prossima mail la spiegazione degli altri due punti, cioè il giudizio ed il volere.

Un abbraccio

Andrea

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*****Storie vere

In questa sezione racconterò ad ogni newsletter un caso realmente
accadutomi, che si è risolto totalmente con l'impiego
dell'Integrazione Energetica. Ecco la storia di questo numero:

Giacomo era venuto da me per un Massaggio Ayurvedico, in quanto negli ultimi tempi era parecchio stressato e non riusciva neanche più a fare un po’ di moto e di sport, come era solito fare. Pertanto sentiva il corpo un pò legato nei movimenti e contratto nella muscolatura.

Come avviene spesso mentre faccio il Massaggio, la persona mi chiede un po’ di notizie sul tipo di massaggio che pratico, ed anche in questo caso, si avviò con Giacomo una piacevole e tranquilla conversazione.

Dopo aver saputo da me le notizie che lo interessavano, cominciò a parlarmi della sua situazione. Mi disse che da qualche mese era stato promosso dirigente in un settore della sua azienda. Lui era molto felice per questo, ma la nuova mansione aveva portato anche nuove preoccupazioni.

Via via discorrendo, Giacomo mi disse che ultimamente soffriva di un fastidioso e persistente dolore alle orecchie, che dopo analisi cliniche era stato diagnosticato come otite. Disse inoltre che il medico gli aveva dato una cura da fare, ma che finora aveva riscontrato solo una leggera diminuzione del dolore.

Dalle cose che mi aveva detto fin lì, avevo il sospetto che quel dolore fosse in qualche modo collegato con le sue nuove mansioni di lavoro. Gli proposi quindi per la prossima seduta di lavorare con l’Integrazione Energetica e lui accettò di buon grado.

Lo rividi la settimana seguente. Mi comunicò di sentirsi meglio dopo il massaggio ricevuto e si dimostrò molto collaborativo nel rispondere alle domande che gli ponevo. Parlammo un po’ delle sue mansioni lavorative e mi comunicò tutte le sue difficoltà nel tentare di conciliare le richieste del suo capo con il lavoro da far svolgere agli operai. Inoltre mi disse che il suo capo era una persona piuttosto irascibile e che spesso si infiammava come un cerino.

Trovavo interessante tutto ciò che mi diceva, ma non riuscivo a trovare collegamenti con la sua otite. Come sempre in questi casi, iniziai a praticare le tecniche dell’ Integrazione Energetica. Dopo alcuni minuti di trattamento disse che anche l’altro orecchio si era tappato ed aveva ridotto la sua sensibilità uditiva. Era tutto molto singolare ciò che stava succedendo ma ancora non si trovava la chiave della sua situazione.

Dopo ancora alcuni minuti, Giacomo mi disse che non riusciva a sentire più niente. Mi venne spontanea una domanda: “Perché vuoi rimanere in silenzio ed isolarti dal mondo esterno?”. La sua espressione era stupita e spaventata al tempo stesso quando mi disse di avere davanti a sé l’immagine del suo capo che stava urlando ma lui non sentiva neanche una parola.

Fu tutto molto chiaro, allora. Le sue orecchie si erano chiuse per non sentire le urla ed i loro contenuti. Lavorammo in modo specifico su tutto ciò. Emerse ora con molta chiarezza quanto gli strilli del capo e ciò che diceva in quei momenti deliranti, lo facessero sentire un buono a nulla, insignificante, sconfitto. In altre parole, il suo capo minava Giacomo nella sua identità, o almeno lui lo percepiva così.

Alla fine della seduta, aveva recuperato gran parte dell’udito, ma ancora non andava del tutto bene. Lo rividi dopo qualche giorno, e continuammo a lavorare sui contenuti della sua sordità e dei suoi dolori. Altri particolari emersero, ma pian piano riuscimmo a riequilibrare tutti i punti della situazione e Giacomo se ne andò che sembrava galleggiare sulle sue gambe anziché camminare. Era davvero contento e si sentiva libero.

Mi telefonò dopo poco più di un mese e mi confermò di non aver avuto più dolori e che le sue orecchie sentivano benissimo. Mi comunicò inoltre che il suo capo non era più così furibondo con lui: chissà, forse qualche comportamento precedente di Giacomo provocava le suddette reazioni del capo. “Cambia te stesso e cambierai il mondo” dicevano gli antichi saggi. Forse non erano saggi per nulla, che ne pensi?





***** Ti auguro di comprenderti sempre più in profondità *****

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