lunedì 23 aprile 2007

Le emozioni negative

INTEGRAZIONE ENERGETICA
la Newsletter gratuita di Andrea Parimbelli per "fare pulizia del passato" " - n. 10 -
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Cari amici,

prima di iniziare la trattazione dei consueti argomenti, ho una news per voi e per tutti quelli che mi seguono. Se avete smarrito qualcuna delle newsletters precedenti, vi comunico che ho aperto un blog, dove ho raccolto tutte quelle che vi ho mandato e che aggiornerò periodicamente con tutte quelle che pubblicherò in futuro. Inoltre potrete comunicare l'indirizzo del sito internet a tutti i vostri amici ed a tutte le persone che possono essere interessate.

Ecco l'indirizzo:

http://integrazione-energetica.blogspot.com/


Ora passiamo a trattare l'ultima delle cinque "bestie nere" che deturpano il nostro vivere. Oggi parleremo delle emozioni negative e di tutti i loro coinvolgimenti.

Ogni cultura ha parlato del ruolo delle emozioni nella nostra vita quotidiana. Sarà un caso? No. Noi viviamo di emozioni, così come viviamo di pensieri, anzi sono proprio i pensieri a creare le emozioni; a volte sono pensieri coscienti, a olte sono pensieri che si sono sedimentati nell'inconscio, che è il nostro serbatoio energetico dove depositiamo tutto ciò che può andare in automatico.

"Emozione" significa in latino (emo-movere) "il sangue che si muove", cioè il nostro pensiero diventa emozione quando diventa fisico, e diventando fisico fa affluire il sangue in una determinata parte del nostro corpo, utilizzando i neurotrasmettitori e gli ormoni prodotti dalle ghiandole interne. A questo punto, noi diventiamo coscienti di percepire un'emozione. Quindi, sintetizzando, il pensiero parte dalla mente e va verso il corpo e una volta realizzatosi nel corpo ritorna alla mente sotto forma di sensazione. Curioso vero?

Fin qui tutto fila liscio. E dove sta allora il problema? Ve lo spiego subito, ma prima aggiungo un commento. Parecchi anni fa, io come tutti del resto, credevo che il pensiero fosse una cosa e l'emozione fosse una cosa completamente staccata dagli aspetti mentali. Ciò mi portava a ritenere che se vivevo emozioni negative era colpa degli altri, che mi facevano... arrabbiare, impaurire, rattristare ecc. ecc. In realtà non è così. Se io sono triste, è una reazione mia, dovuta ad un pensiero mio, che si realizza nel momento in cui avviene un fatto esterno, ma in realtà parte da me ed in qualche modo è responsabilità mia se avviene. E' un discorso che sembra un pò complesso messo così, ma una volta che si comincia a pensare in questi termini, tutto diventa molto chiaro. Queste cose le spiego molto bene nell'incontro di Ecologia Mentale che terrò a Maggio.

Ora vi dico dove sta il problema. Il problema si instaura soprattutto con le emozioni negative in quanto, a lungo andare, producono reazioni dannose per il nostro corpo. I problemi in campo emotivo si evidenziano principalmente in tre sfere:

- quando riviviamo continuamente un'emozione negativa

- quando si verificano accumuli emozionali

- quando escludiamo dalla coscienza un'emozione positiva o negativa.

Se è vero che esprimere una propria emozione è comunque un fatto positivo per la nostra salute, il vivere continuamente uno stesso tipo di emozione negativa, magari giornalmente, diventa deleterio per il corpo e per la mente. In questo caso, significa che c'è un pensiero fisso dentro di noi che continua a farci focalizzare sullo stesso problema e quindi c'è bisogno di cambiare o trasformare quel pensiero per riequilibrare lo stato emotivo.

A volte, per un qualche modello che abbiamo fatto nostro, non siamo in grado di esprimere adeguatamente un'emozione. Ciò fa si che dentro di noi si creino degli accumuli, una sorta di pentola a pressione che continua ad accrescere la quantità di vapore/emozione al suo interno e come ogni pentola, se non trova la sua valvola di scarico, finisce per esplodere. Avete mai sentito dire l'espressione "se mi arrabbio, ammazzo qualcuno"? Ecco, questa è la tipica situazione di accumulo! Se riesco ad esprimere adeguatamente la mia rabbia, non ho bisogno di ammazzare nessuno: basta che mi esprima! Purtroppo invece, tutti i giorni su giornali e telegiornali assistiamo a notizie di tragedie dovute ad accumuli emotivi. Dicono i giornali: "Era una persona ritenuta da tutti un tipo tranquillo, ma stamane ha ammazzatola moglie, i figli, la suocera, il vicino, la zia, un passante, il fratello, un ciclista che passava di lì ed in fine si è tolto la vita"
Ecco, questa persona "si è arrabbiata"! ! ! Ed ha fatto una strage! ! ! Sì, è vero, forse ho un pò esagerato, ma la realtà non è molto distante da ciò che dicevo. L'accumulo emotivo va equilibrato al più presto, prima che diventi esplosivo e travolga tutto ciò che trova sul proprio cammino.

E che dire delle emozioni negate? Sono casi forse solo un pò meno ricorrenti, ma di certo non meno dannosi per chi li vive. Ci sono momenti nella nostra vita in cui viviamo un'emozione negativa così intensa per un bel pò di tempo (e magari ripetutamente) che ad un certo punto, il nostro sistema di protezione, per fare in modo che non ci distruggiamo completamente, iniza ad isolare questa emozione in un angolo sempre più ristretto, finchè la taglia letteralmente fuori dalla nostra coscienza, per poi collocare il tutto nell'inconscio. Ecco, in queste situazioni, si verifica dentro di noi un vero e proprio blocco energetico. Isolando quella parte, da un lato evitiamo l'autodistruzione, ma dall'altro ci impediamo di vivere non solo quella emozione ma anche tante altre, anche positive. Questi blocchi energetici, molto spesso, sono le radici su cui crescono molte malattie croniche. Ripristinando l'equilibrio emozionale anche la malattia se ne va.

L'Integrazione Energetica è davvero maestra nel ripristinare gli equilibri emozionali e di solito lo fa in tempi molto brevi. Solo nel terzo caso, quello dei blocchi energetici dovuti a rimozioni, ci vuole un pò più di tempo a riequilibrare il tutto, in quanto questo blocco accumula attorno a sè tutta una serie di altre negatività, per cui bisogna operare prima sulle situazioni più esteriori per poi lavorare sul nucleo del problema, appena lo si rintraccia.

Ok, fermiamoci qui. Abbiamo già "disquisito" a sufficienza.

Un abbraccio
Andrea

aparim10@yahoo.it

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*****Storie vere

In questa sezione racconterò ad ogni newsletter un caso realmente accadutomiche si è risolto totalmente con l'impiego dell'Integrazione Energetica.Ecco la storia di questo numero:

Direi che in questa sezione, ad ogni racconto ho parlato di stati emozionali disturbati, ma oggi vi voglio raccontare questo caso, che riguarda proprio il terzo tipo di disarmonia emozionale, quella in cui si rimuovono stati emotivi molto forti.

Clelia è la tipica donna bergamasca di un tempo, bella stagnotta, corpulenta e soprattutto energica e dinamica, di quelle donne che dirigono la propria casa con cipiglio e determinazione, quasi fosse un'azienda. Simpatica e cordiale, era venuta da me per cercare sollievo al proprio stato di tensione e di stress. Stesa sul lettino per ricevere il primo trattamento di Massaggio Ayurvedico, sembrava piuttosto sdraiata sui carboni ardenti, tanto era rigida e stecchita ed in continuo movimento, nonostante i miei ripetuti inviti a rilassarsi. Era talmente inusuale per lei stare tranquilla o il dedicarsi del tempo e delle attenzioni che ogni scusa era buona per muoversi ed in questo modo rimanere in tensione. Dopo circa dieci minuti, 'sta benedetta donna, continuava ad agitarsi ed io non potevo lavorare come si deve, per cui decisi di applicargli sul corpo alcuni oli essenziali particolarmente rilassanti e poi cercai di continuare a massaggiarla con le modalità più consone a lei.

Niente da fare. Non c'era verso. Sembrava posseduta dalla tarantola.
Continuava a parlare, a muoversi ed a gesticolare nonostante la posizione a pancia in giù non fosse delle migliori per il tipo di atteggiamento che lei metteva in atto. Allora, cambiai tattica, la feci girare a pancia in su e le dissi di fare un pò di respirazione tranquilla e consapevole.

Dapprima cercò di deviarmi dalle mie intenzioni, passando in rassegna tutti i dolori fisici per i quali era venuta da me, ma poi vedendomi determinato, iniziò a respirare, anche se prima di farlo in modo continuativo, interrompeva sovente con frasi, idee e concetti. Pian piano cominciò a concentrarsi sulla respirazione ed a rimanere sempre più concentrata senza interrompere con le parole.

L'effetto voluto era finalmente sortito; ora cominciava ad essere un pò più tranquilla. Queste respirazioni la mettevano sempre più in contatto con il suo corpo, cosa ritenuta da lei del tutto strana, essendo talmente poco abituata ad ascoltarsi. Lentamente iniziai a chiedergli delle sue emozioni, del suo modo di sentirsi ora e così via. Con mia somma meraviglia, Clelia si lasciò guidare da me in queste introspezioni. Ne venne fuori tutta una serie di situazioni e di emozioni disturbate, per la risoluzione delle quali le proposi qualche seduta di Integrazione Energetica.

Non vi sto a raccontare tutto ciò su cui lavorammo e che portammo a risoluzione totale, per portarvi dritti al nocciolo della questione. Alla quinta seduta, mentre toccavo alcuni punti del suo corpo, Clelia scoppiò improvvisamente in un pianto a dirotto. Lasciai che tutto si acquietasse e poi le chiesi che cosa era successo. Mi raccontò della morte di suo figlio avvenuta quindici anni prima per incidente e del dolore forte, intenso, lacerante, come solo per una madre può essere, un dolore protratto per mesi, straziante. Singhiozzava nel raccontarmelo e mi disse anche di non aver mai accettato quel fatto. Lavorammo su questa situazione fino alla dissoluzione completa del blocco emozionale.

In sintesi Clelia aveva bloccato dentro di se questo dolore, l'aveva rimosso e l'aveva ricoperto di tanti altri stati emozionali disturbati. In aggiunta, aveva usato l'attività, l'agire in continuazione come il modo per non rilassarsi mai e quindi non ascoltarsi mai. Il fare e l'agire era diventato per lei una compulsione, una condizione obbligatoria che le permetteva di coprire il suo dolore e non venirne mai più in contatto. Il blocco energetico dentro di lei funzionava da catalizzatore, ed attirava a sè tutta una serie di altri disturbi emozionali, quali ansia, paura, tristezza, rabbia ecc. Tutto ciò produceva anche numerosi sintomi fisici tra cui dolori diffusi alla schiena, ingrossamento delle gambe, principi di diabete, ritenzione idrica, disfunzioni digestive e molte altre cose ancora.

Fortunatamente, l'Integrazione ha sciolto il tutto ed ora Clelia è un'altra persona, più tranquilla, più serena e soprattutto molto più equilibrata e, vi dirò, anche meno aggressiva. I suoi sintomi sono andati via via regredendo. E' pure dimagrita e... "molto più leggera", come dice lei.














***** Ti auguro di accedere alla tua totale libertà *****



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