INTEGRAZIONE ENERGETICA
la Newsletter gratuita di Andrea Parimbelli per "decidere di migliorarsi" - n. 22 -
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Carissima/o,
come avrai notato, stavolta la newsletter è uscita un po’
in ritardo per via delle feste pasquali.
In questo periodo, mi sono preso un po’ di pausa anch’io, non per fare vacanza, ma per partecipare ad un seminario di approfondimento, che riguardava le tematiche a me care: la mente ed i suoi dintorni.
Comunque, procediamo prendendo in esame un altro
grande limite nel realizzare i nostri obiettivi: il pregiudizio. Spieghiamo meglio di cosa si tratta. Pregiudizio può essere “giudicare” ancora prima che una situazione venga vissuta oppure giudicare una situazione a partire da una esperienza precedente. Esso fa capo ad una funzione della nostra mente che serve a far bagaglio di ciò che è successo nel nostro passato. Attraverso un’esperienza che abbiamo già fatto, immagazziniamo nella nostra memoria una qualche idea relativa a quella esperienza.
Ora, la nostra vita consiste non solo nel fare sempre nuove esperienze, ma anche nel fare le stesse esperienze con occhi nuovi, con modalità diverse, con atteggiamenti inediti. Il pregiudizio va contro tutto questo: crea staticità, apatia, appiattimento ecc. E’ un po’ come guardare la realtà con un paio di occhiali sempre dello stesso colore, che guardacaso, molto spesso è il grigio.
Dove sta il vero problema? Il problema consiste nel fatto che la persona che ha pregiudizi non si accorge di averne e ritiene di avere una semplice idea della situazione. Di solito si sa già com’è o come va a finire e per questo non si è più disposti a fare esperienza.
Nel campo dei pregiudizi ci sono anche i luoghi comuni, le superstizioni, la morale, le discriminazioni e tutte quelle idee che ci facciamo su oggetti, persone, abitudini, comportamenti ecc. Per dirla in altri termini il pregiudizio è l’esatto opposto della creatività. Dove il pregiudizio chiude, ferma, limita, imprigiona, costringe, la creatività espande, accresce, rinnova, sviluppa e ricrea.
Se vi trovate a dire: “lo so già come va a finire”, “sono troppo vecchia per trovare un lavoro”, “è inutile provare” “non migliorerò mai” o frasi di questo tipo, ovviamente limitanti, state mettendo all’opera un bel pregiudizio, e questo, fedele alla linea, esaudirà la vostra richiesta! ! !
L’Integrazione Energetica è davvero ottima nello scardinare questo genere di problemi, lavorando come sempre sulla radice della questione (anche se sconosciuta). A volte, di fronte a pensieri di questo tipo che diventano poi convinzioni profonde, ci si impiega un po’ più di tempo del solito, ma i successi sono in verità frequentissimi.
Un abbraccio
Andrea
aparim10@yahoo.it
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*****Storie vere
In questa sezione racconterò ad ogni newsletter un caso realmente accadutomi, che si è risolto totalmente con l'impiego dell'Integrazione Energetica.
Ecco la storia di questo numero:
Fausto è una persona mite, di buon animo ed un giorno mi consultò perché era un periodo che si sentiva strano, stanco, stressato ed inoltre aveva degli sbalzi di pressione sanguigna, che spesso gli causavano dei violenti mal di testa ed incapacità di concentrarsi e svolgere il proprio lavoro.
Era indeciso se chiedermi di fare qualche seduta di Massaggio Ayurvedico o qualcos’altro in quanto non riusciva a capire bene i termini della sua condizione attuale. Come sempre, cominciai a chiedergli un po’ di informazioni generali su di lui e sulla sua vita. Emerse quasi subito che, il suo campo di battaglia era in ambito lavorativo.
Mi raccontò che aveva un principale un po’ burbero con il quale non andava per niente d’accordo ed ogni giorno c’era un motivo per qualche scontro. In particolare Fausto si lamentava in quanto il suo capo aveva l’abitudine di caricarlo di lavoro. Così, lui andava in panico e tornava tramortito dalla sua giornata lavorativa.
Lavorammo con l’Integrazione Energetica, su tutti i risvolti emotivi coinvolti nella sua situazione lavorativa. Ci passai un bel po’ di tempo, in quanto gli aspetti erano molti. Purtroppo i risultati non furono granché ed allora dovetti indagare ulteriormente con domande sempre più specifiche e profonde.
Ad un certo punto gli chiesi: “Cosa pensi della tua situazione lavorativa?”. Mi rispose: “Bisogna rassegnarsi, io ho bisogno di lavorare e lui è il padrone”. Poi si commosse e tra le lacrime mi disse: “Ma cosa vuole che faccia, oltre a tutto quello che faccio già?” A quel punto mi parve di aver capito tutto: Fausto era in preda ad una convinzione limitante che minava i suoi rapporti col principale.
Lavorai speditamente proprio su questo “suo” aspetto, sul suo modo di comportarsi da sottomesso, sulla sua incapacità di agire anziché di “reagire”. Fu la carta vincente. Pian piano emersero tutti quei suoi modi di pensare e di cedere alle pressioni esterne senza interagire alla pari, senza argomentare le sue ragioni in modo proficuo.
Durante le sedute di Integrazione Energetica, Fausto dissolse tutti quegli atteggiamenti sottomessi e perdenti che si portava dietro da anni. Via via sentì aumentare l’energia e la sicurezza dentro di sé, al punto che un giorno chiese un colloquio col suo principale e trovò la forza di spiegargli tutti i motivi dei suoi malesseri lì dentro.
Il datore di lavoro rimase un po’ sbigottito in quanto non aveva mai capito che Fausto si trovasse male sul posto di lavoro e pensava che i loro diverbi fossero ordinaria routine quotidiana. Siccome teneva a Fausto, si dimostrò disponibile a modificare alcune cose nell’organizzazione del lavoro ed anche alcuni suoi comportamenti. La tranquillità ritornò sovrana e lui cominciò a stare decisamente meglio in salute.
Questo è l’ennesimo esempio di come, a volte ci si focalizzi sulle colpe altrui senza considerare che alla fine siamo noi stessi a generare un certo problema.
I nostri comportamenti e le nostre azioni seguono pari pari ciò che è registrato nei nostri pensieri ed emozioni. Se questi sono disturbati, le nostre relazioni ne risentono e saranno disturbate a loro volta.
sabato 29 marzo 2008
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