giovedì 13 dicembre 2007

Desideri

INTEGRAZIONE ENERGETICA
la Newsletter gratuita di Andrea Parimbelli per " superare i propri orizzonti" - n.18 -
__________________________________________________

Carissima/o,
quali sono i tuoi desideri? O meglio, sei riuscita/o a realizzare i tuoi desideri? Certo, ci sono desideri e desideri, cioè, non tutti i desideri sono uguali. Ci sono desideri piccoli, alla portata di tutti o quasi e ci sono desideri grandi, che potremmo anche definire aspirazioni o addirittura vocazioni.

Sei daccordo nel dire che i desideri sono il sale della vita? I desideri sono una delle cose che muovono la nostra energia. Per realizzare un desiderio, spesso ci si da da fare, ci si muove, si va nella direzione più adatta per cercare la spontanea realizzazione di ciò a cui si aspira e, per dirlo in modo più semplice, si mette in moto la propria energia, sia attraverso pensieri, che emozioni ed anche azioni.

Già, e cosa succede se un desiderio non viene realizzato? Se il desiderio è piccolo, cioè è una cosa banale, ci si può anche rinunciare senza particolari problemi oppure si accetta di buon grado di posticiparne la realizzazione in un tempo in cui le situazioni saranno più propizie.

Se un desiderio è più grande ed ha più le caratteristiche di una propria tendenza, propensione, attitudine, o passione e non viene realizzato, che cosa succede? Succede un bel pasticcio, perchè l'energia che è tesa verso la realizzazione non riesce ad esprimersi all'esterno ed allora rimane al nostro interno congestionandosi e creandoci tutta una serie di problemi, che possono andare oltre lo stato d'animo di disagio e diventare nel tempo un disturbo fisico o anche una malattia.

Tutta la medicina psicosomatica, da cinquant'anni a questa parte, ribadisce il concetto che gli stati emozionali inespressi possono diventare sintomi fisici. E' il caso di quei disturbi che nonostante le ripetute terapie (chimiche, erboristiche o altro) finiscono per non guarire mai o semplicemente allentano la loro morsa per un pò di tempo e poi ritornano. Se le radici non sono solo organiche ma anche emozionali, la guarigione avviene nel momento in cui si trasformano
le emozioni negative che le sostengono.

Per ritornare ai nostri desideri o aspirazioni, succede a volte che dentro di noi ci siano due atteggiamenti contrapposti: una parte di noi che vorrebbe tanto realizzarli ed un altra che non vuole o crea continui impedimenti. Classico è il caso di chi continua a darsi da fare per realizzare un proprio desiderio e nonostante gli sforzi non riesca a raggiungere il risultato desiderato.

In queste situazioni è di sicuro aiuto l'Integrazione Energetica, in quanto va a individuare le parti coinvolte nel processo ed a trasformare i conflitti che si sono creati al proprio interno. Lavorando direttamente sul sistema energetico, quello che tiene in piedi i pensieri e le emozioni collegate, si va a riportare equilibrio
tra le varie parti e la persona diventa quindi libera di operare le scelte più opportune per lei.

A volte è successo che lavorando su un desiderio, la persona si sia resa conto che quel desiderio stava in piedi solo perchè generava un'illusione. Faccio un'esempio. Una signora era solita spendere un bel pò di soldi ogni settimana per acquistare abiti lussuosi. Pensava, con questo comportamento, di risultare maggiormente al centro dell'attenzione della gente e poter quindi essere più amata e rispettata. Dopo il trattamento di Integrazione Energetica, capì
che si può essere ben voluti ed amati, non tanto per gli abiti che si indossano ma per altri motivi. Ad esempio, si è più amati per quanto più amore si dà agli altri. Una bella conclusione, non credi?

Un abbraccio

Andrea

aparim10@yahoo.it

___________________________________________________


*****Storie vere

In questa sezione racconterò ad ogni newsletter un caso realmente accaduto che si è risolto totalmente con l'impiego dell'Integrazione Energetica.
Ecco la storia di questo numero:

Vittoria venne da me su consiglio di un'amica e soffriva da anni di depressione. Era da sempre in cura farmacologica e spesso era ricorsa a quei gruppi di sotegno per persone che soffrono di questo problema.

Le chiesi subito quando era cominciata ad apparire questa "depressione" e lei disse che non si ricordava bene in quanto era da almeno trent'anni che ne soffriva. Le dissi di provare a ricordare in che periodo era iniziato il tutto. Con molta fatica si concentrò un pò e fatti gli opportuni collegamnenti mi disse che la depressione era cominciata ad arrivare sette/otto mesi dopo la nascita del suo primo figlio.

Le chiesi che cosa aveva rappresentato per lei il primo figlio. Mi disse che per lei diventare mamma era stato una specie di shock in quanto, da un giorno all'altro, si era trovata tra le braccia questa creatura, e lei non sapeva da che parte iniziare a trattare con un neonato, visto che non parlava e spesso piangeva in modo apparentemente immotivato. I suoi genitori abitavano lontano e la suocera era sempre impegnata nelle sue attività, per cui non c'era nessuno a darle una mano in questa situazione.

Quando si era sposata, era andata ad abitare nella città del marito ed aveva iniziato a svolgere un'attività nella piccola azienda della famiglia di lui. Il lavoro le piaceva molto e man mano aveva cominciato a ricoprire dei ruoli sempre più importanti nell'azienda. Stava facendo carriera e ciò la entusiasmava davvero molto.

Poi, la coppia decise di fare un figlio e nell'arco di nove mesi la vita di Vittoria cambiò radicalmente. Dal lavoro entusiasmante passò alla solitudine della sua casa con questa nuova creatura che le creava ansie ed apprensioni da gestire da sola. Il marito passava tutta la giornata in azienda e non vedeva altro che il lavoro; non le era di nessun aiuto.

Il peggio arrivò quando, dopo un bel pò di mesi, Vittoria espresse al marito la volontà di ritornare al lavoro, almeno qualche ora al giorno. Si sentì rispondere da lui e dal resto della sua famiglia che era meglio restasse a casa a curare il figlio e che comunque, in sua assenza, avevano assunto un'altra persona per ricoprire il suo ruolo.

Fu dopo poco tempo che Vittoria cominciò a manifestare i sintomi del suo disturbo. Avevamo finalmente individuato le cause della sua depressione. Il rifiuto del marito, il sentirsi messa da parte, il divieto di fare un'attività che le piaceva, avevano creato una miscela esplosiva che l'avevano portata a manifestare il suo disturbo sempre più intensamente e per tutti questi anni.

Servirono alcune sedute per riequilibrare un pò tutta la situazione, perchè ovviamente si erano creati conflitti, sensi di colpa, emozioni negative a non finire. Alla fine Vittoria recuperò il suo equilibrio e riuscì ad affrontare la propria vita in modi nuovi. La sua energia interiore si era rimessa in moto, non più congestionata da tutto quanto si era scatenato dentro di lei a seguito di quegli avvenimenti. In seguito al suo ritrovato benessere, aveva scelto di fare un pò di volontariato e ciò la faceva sentire di nuovo viva ed utile, finalmente.













***** Ti auguro di raggiungere quella libertà interiore che ti permette di operare le scelte migliori per te *****

Nessun commento:

 

Meet Singles Online